Non è raro che un chitarrista si scopra attratto da uno strumento divertente e maneggevole come l'ukulele. L'idea di portarselo sempre dietro è allettante, ma la prospettiva di studiare nuove diteggiature può dissuadere. In realtà, esiste una via per applicare nozioni di chitarra sull'ukulele e accrescere al contempo le proprie conoscenze musicali.
Chitarra e ukulele hanno in comune più cose di quanto si possa immaginare. Oltre alle ovvie caratteristiche strutturali, anche l'approccio ai due strumenti può essere molto simile sotto certi aspetti. D'accordo, imbracciare un ukulele è sicuramente diverso dal prendere in mano una dreadnought, e senza dubbio tapping e sweep non saranno le tecniche che più si adatteranno al piccolo strumento hawaiano, ma suonare scale e accordi può risultare più facile se si parte da una logica chitarristica.
Una volta scelto il tipo di ukulele da portarsi a casa e decisa l'accordatura da adottare, come spiegato in è possibile notare quante similitudini ci siano con la chitarra.
L'accordatura più usata, la cosiddetta GCEA, presenta gli stessi intervalli delle prime quattro corde di una chitarra, quindi le geometrie degli accordi e delle scale restano assolutamente invariate. Ciò fa sì che un chitarrista possa facilmente dedurre diversi accordi senza difficoltà, considerando l'ukulele come una "chitarra senza due corde".
Quando si pizzica un ukulele per la prima volta, subito dopo aver tentato di replicare qualche melodia a orecchio, l'istinto è quello di informarsi sugli accordi. Da qui ci sono due vie: o si fanno i conti sulla tastiera, provando a orientarsi tra i fret e cercando ora il terzo grado, ora la quinta e poi le varie alterazioni, oppure si può partire alla ricerca di accordi già belli e pronti. Qui internet è una miniera di informazioni, e tutti gli accordi sono a portata di mano con diteggiature accurate.
Ciò che succede poco dopo, però, è che si nota come molti accordi risultino stranamente familiari. È il caso dell'accordo di Sol, che ricorda tanto un Re su chitarra. In effetti, è esattamente così.
Se si molla per un attimo l'ukulele e si prende la chitarra, rinfrescando la memoria sulle forme degli accordi basilari, ci si rende conto che tutti quegli accordi sono trasportabili sull'ukulele alla perfezione. La differenza è che saranno altri accordi, perché invece di avere l'intonazione delle prime quattro corde della chitarra (DGBE) avremo tutto spostato una quarta giusta sopra.
Qui prendiamo in prestito le forme più comuni degli accordi maggiori per chitarra, dalle quali si ricavano gli altri accordi, volendo anche minori, lungo la tastiera. Sono Do, La, Sol, Mi, Re.
Torniamo ora sull'ukulele e replichiamo quegli accordi, ignorando di non avere due corde basse. Ecco che gli accordi risultanti diventeranno Fa, Re, Do, La, Sol.
Nell'immagine, in rosso sono segnate le diteggiature degli accordi su ukulele, in grigio le note extra presenti sulla chitarra. Sotto ogni schema, a sinistra è segnato il nome dell'accordo su chitarra, mentre sulla destra è scritto l'accordo risultante per ukulele.
Tale trasposizione chitarra-ukulele è fattibile con qualunque accordo, che sia maggiore, minore, di settima o di altro tipo. Bisogna far caso, naturalmente, agli accordi con diverse estensioni, per essere certi di infilare tutte quelle importanti per la sonorità voluta.
In ogni caso, finché l'idea resta quella di accompagnare qualche brano pop facile facile in strumming, il vecchio millenote da chitaristi torna quanto mai utile.
L'unico requisito necessario, a questo punto, diventa quello di saper riconoscere le toniche sulla tastiera dell'ukulele per costruirci sopra gli accordi del caso, ma anche qui può tornare utile un piccolo trucco: se l'accordatura dell'ukulele proprio non vuole entrare in testa e ci si confonde quando si devono contare velocemente i fret, basta pensare che ci troviamo sempre una quarta sopra rispetto alla chitarra, se usiamo l'accordatura GCEA. Può non essere il sistema più immediato all'inizio, ma saper contare gli intervalli a mente è importante per qualunque musicista, quindi perché non approfittare della trasposizione istantanea a cui l'ukulele obbliga i chitarristi per allenarsi un po' con l'armonia?
I proverbiali due piccioni con una fava.
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