di rosarioabramopfp [user #39141] - pubblicato il 05 dicembre 2013 ore 07:00
Analizzare un disco come "In this Life" può risultare esercizio semplice e allo stesso tempo complesso. Semplice grazie alle qualità note a tutti del suo autore, complesso perché questo è un progetto musicale colto, maturo e a immagine del suo compositore. Ci concentriamo quindi sull'ascolto del disco, sul drumming di Virgil e sull'analisi della partitura di Red Air.
Analizzare un disco come "In this Life" può risultare esercizio semplice e allo stesso tempo complesso. Semplice grazie alle qualità note a tutti del suo autore, complesso perché questo è un progetto musicale colto, maturo e a immagine del suo compositore. Ci concentriamo quindi sull'ascolto del disco, sul drumming di Virgil e sull'analisi della partitura di Red Air.
Definire Virgil Donati semplicemente un batterista è, nei suoi confronti, decisamente riduttivo. Considerando che oltre a essere uno dei più eruditi batteristi del panorama mondiale, sia sotto il profilo tecnico che stilistico ed espressivo, anche un pianista, tastierista e compositore. Ritengo che la definizione giusta per lui sia quella di "musicista a tutto tondo". A questo aggiungiamo grande sensibilità di pensiero, da quanto si evince leggendo gli scritti dei suoi CD oppure ascoltando le sue interviste. Sento di poter affermare, senza alcun dubbio che ci troviamo al cospetto di un vero e proprio intellettuale della musica moderna.
Nato e cresciuto a Melbourne (Australia) già da bambino palesava grande talento per la musica. A 15 anni suona con la sua prima rock band chiamata "Taste" con la quale realizzerà tre album e molti concerti live. A 19 anni vola negli States per affinare le tecniche batteristiche e studiare composizione e arrangiamento. Ha suonato con musicisti e bands di grande calibro tra cui Steve Vai, Frank Gambale, Scott Henderson, Steve Walsh, Planet X, CAB e tanti altri. Nel ruolo di compositore ha inciso "Stretch" nel 1995 e "Just add Water" nel 1997.
Il suo ultimo album, uscito lo scorso luglio, s'intitola "In this Life". Ci soffermeremo proprio su questo.
Analizzare un disco come questo, può risultare esercizio semplice e allo stesso tempo complesso. Semplice perché ci troviamo al cospetto di un musicista/compositore tra i più evoluti del panorama mondiale, tra l'altro supportato da un fantastico line-up di musicisti, ben sedici diversamente dagli album precedenti "Stretch" e "Just add Water" in cui Donati si era fregiato della collaborazione di due soli musicisti (Phil Buckle e Michael Costa nel primo, Scott Henderson e Ric Fierrabracci nel secondo).
Detto questo ci sarebbero già tutti gli elementi per poterne dedurre un prodotto discografico di assoluto livello. Allo stesso modo risulta complesso, questo se consideriamo che è un progetto musicale colto, maturo e a immagine del suo compositore. Per descrivere l'ampiezza, la profondità dei concetti insiti al suo interno, i modi e i vari stili d'esecuzione, può non bastare una semplice analisi dei singoli brani.
Un disco così denso di eventi, situazioni, atmosfere deve essere ascoltato, assaporato e interiorizzato magari prendendo spunto dai commenti a margine dei vari brani (tramite booklet scaricabile) che lo stesso Donati ha scritto dando prova - se ce ne fosse ancora bisogno - di una grande apertura mentale e ricchezza culturale che va ben oltre quella già ampiamente palesata sulla batteria e nella musica in genere.
L'ascolto Chi si aspetta il solito disco a carattere narcisistico del batterista tutto tecnica, rulli e assoli, rimarrà molto sorpreso. La cosa che più mi ha colpito da batterista, è la scelta dell'autore di utilizzare un drumming che definirei "garbato". Usando come termine di paragone l'arte pittorica, Virgil ha steso la tela, disegnato a matita con abilità e saggezza tutte le ritmiche, ha stabilito colori e sfumature con pregevoli arrangiamenti e orchestrazioni, per poi passare di volta in volta tavolozza e pennello nelle mani degli artisti coinvolti che arricchivano l'opera con proprie capacità e sensibilità. Tutto questo ha dato vita a un dipinto musicale dai molteplici colori e ricco di sensazioni.
Certo si percepirà la potenza e l'energia di brani come Rhythm Zero, In This Life oppure Trinity in cui spiccano gli assolo di Marco Sfogli alla chitarra e Alex Argento alle tastiere. Restando in tema di soli, risultano molto intriganti quelli di basso eseguiti da Doug Shreeve sul brano Red Air e Anthony Crawford su Voice of Reason.
Ascoltando "The Fall of Dreams" invece sarete immediatamente avvolti da un'atmosfera fluida ed espressiva sulle note dell'oboe di Paul Sherman. In questo brano Donati offre una chiara prova delle sue capacità extra batteristiche suonando ottimamente le tastiere e soprattutto sviluppando una fantastica sezione di archi, cosa che ripeterà anche nel brano conclusivo del disco: "Empire".
Sottolineo anche gli special su "Iceland" da parte del chitarrista brasiliano Rafael Moreira e del tastierista Jeff Babko supportati da Tom Kennedy al basso. Molto interessante anche "Paradise Lost" con l'intervento del cellista Artyom Manukyan e del chitarrista Alex Machanek. Anche su questo brano Virgil da prova di grandi capacità compositive e di orchestrazione. Ascoltare per credere!
"In This Life" è il disco che non deve assolutamente mancare nella playlist tanto del musicista che dell'ascoltatore evoluto, vista la quantità d'ispirazione e di sensazioni che genera. Indispensabile!
Analisi del drumming Fare un'analisi approfondita del drumming di "In This Life", richiederebbe una serie di articoli e non un semplice approfondimento, per questo ci soffermeremo ad analizzare solo alcuni aspetti ritmici ed esecutivi del disco.
Fulminante l'introduzione del brano "In This Life". Poche misure di fluido fraseggio, ricco di pura energia che partendo dalla doppia cassa si sviluppa armoniosamente sul restante del set e - nonostante sia una sequenza estremamente serrata - si distinguono chiaramente tutti i colpi grazie a un'esecuzione magistrale sotto il profilo del buon gusto e della qualità sonora. Non ci sono dubbi, quando parliamo di rapporto velocità/qualita del suono, Virgil Donati è il più forte di tutti!
Restando in tema di buon gusto e di drumming "educato", segnalo l'esecuzione complessiva nei brani "Paradise Lost" e the "Fall of Dreams" in cui Virgil supporta i suoi eccellenti arrangiamenti, nonché l'esecuzione degli artisti, con linee ritmiche fluide e ricche d'intensità, ma che allo stesso tempo non fanno mai mancare l'adeguato sostegno negli accenti e nei fraseggi d'ensamble. In modo particolare nel brano "The Fall of Dreams" ho percepito - in alcune parti - quella sensazione di leggiadria che si prova ascoltando l'abilità e la fluidità di un chitarrista classico o di un violinista. Molto interessanti anche i grooves di "Eleven" , "Trinity" ed "Empire". Quest'ultimo con l'ottimo supporto del bassista Doug Shreeve.
Analisi della partitura di Red Air Per concludere la breve analisi ci soffermiamo su alcuni aspetti del brano Red Air dando un'occhiata della partitura di batteria del brano.
Il brano - in 4/4 , 80bpm circa - sostanzialmente si suddive in tre parti principali: verse, bridge e chorus. Il verse - quattro misure ripetute per varie volte a seconda del momento del brano - all'inizio è ottimamente lanciato da un break di due misure composto dall'unisono di rullante e timpano intervallati da mordenti di cassa in trentaduesimi. Viene scandito in sedicesimi (mano destra sullo hi-hat) con due accenti forti sul primo e terzo colpo, dando un chiaro effetto di scansione fissa in ottavi. Il rullante viene suonato in battere sul 2° e 4° movimento. La cassa suona figurazioni in levare sul 2° e 3° movimento nelle prime tre misure della parte. Diversamente su tutti i quattro movimenti nella 4° misura, in chiaro levare rispetto al bit.
Il bridge viene scandito sul piatto china con figurazioni miste di ottavi e sedicesimi. Anche se gli accenti restano posizionati sul 1° e 3 ° colpo mantenendo l'effetto ottavi fissi. Il rullante mantiene sostanzialmente la sua posizione in battere sul 2° e 4° movimento della misura, mentre la cassa suona colpi - sempre in levare, ma con maggiore mobilità all'interno delle varie misure.
Il chorus viene invece scandito sul ride . Esegue variegate figurazioni tra ottavi e sedicesimi mentre il rullante e la cassa, pur non variando nella tipologia di esecuzione rispetto alle parti precedenti, creano un effetto di maggiore linearità ritmica.
Nell'assolo di piano, la scansione ritmica principale ricalca quella del bridge sul china, mentre quello dell'assolo del basso segue le linee portanti del verse (hi-hat chiuso e accenti principali in ottavi).
Su questa parte vanno segnalate alcune paculiarità batteristiche di Donati del quale non si può fare a meno di parlare. - Alla decima battuta del solo Donati si ferma a metà del secondo movimento su di un colpo di rullante per poi riprendere sul 4° sedicesimo del 3° movimento con un unisono di timpani in crescendo che da sedicesimi, si porta in terzine sul 4° movimento proseguendo sulla battuta successiva con un articolato fraseggio di sestine.
- Alla battuta 17 del bass solo sul 4° movimento, dopo una breve sequenza di doppia cassa, Virgil inizia un groove in trentaduesimi su due hi-hat che poi si sviluppa - con la medesima suddivisione - sui toms per poi passare in sestine sempre di trentaduesimi.
- Battute 75 e 76 del brano, siamo alla fine dell'assolo di basso. Dalla suddivisione in sedicesimi, si passa ad una ternaria in ottavi e su queste due misure viene eseguito un chiaro esempio di sviluppo binario su metrica ternaria. Da ascoltare e imparare.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.