di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 30 settembre 2014 ore 07:30
Ospite d'onore al Fender Custom Shop Lounge di Cadriano, John Cruz ci ha raccontato il suo mondo. Dopo aver costruito una Strat davanti ai nostri occhi, ci ha fatto scoprire come dietro il tecnico ci sia un vero amante delle chitarre made in Corona, California.
Abbiamo incontrato John Cruz nel Fender Custom Shop Lounge di Cadriano. Lo abbiamo visto all’opera, assemblando una Stratocaster hardtail con manico in palissandro e alla fine lo abbiamo intervistato. Ci ha raccontato cose interessanti riguardo il Custom Shop e i Master Builders, ci ha fatto scoprire come dietro il tecnico ci sia un vero amante delle chitarre made in Corona, California.
Pensare che John Cruz abbia rifiutato all’inizio di unirsi al team del Custom Shop fa strano. Sentirlo dalla sua viva voce durante l’incontro al Fender Custom Shop Lounge però non lascia ombre di dubbio. Per fortuna non si fece sfuggire una seconda occasione nel ’93, diventando Master Builder nel 2003. Portano la sua firma prestigiosi progetti come la replica della Number One di Stevie Ray Vaughn, ma anche la replica delle Strat scalloppata di Yngwie Malmsteen, ma ha anche curato le fasi produttive delle Rory Gallagher e delle Muddy Waters.
Lo abbiamo avvicinato per fargli alcune domande dopo averlo visto all’opera su una stupenda Stratocaster 1957 hardtail con manico in palissandro, replica di una Fender giapponese vista proprio da John su un vecchio giornale.
DB: Le Masterbuilt sono considerate le Fender migliori sul mercato. Pensi che Leo sarebbe stato d’accordo?
JC: Sono un grande amante delle prime Fender costruite. All’epoca però queste chitarre erano strumenti di serie. Non c’era Custom Shop, era tutto un costruire costruire costruire per soddisfare più gente possibile. Gli standard attuali sono molto più alti e noi vogliamo costruire le migliori chitarre al mondo. Chi acquista strumenti Master Built penso acquisti il meglio del meglio.
DB: Tradizione e innovazione: quanti dei metodi e degli attrezzi dell’era pre CBS sono ancora in uso oggi?
JC: Davvero molti! Abbiamo ancora molti macchinari originali dell’epoca che ancora utilizziamo. Li abbiamo sistemati e ricondizionati perché col tempo si erano usurati. Tutto è riportato alle specifiche originali. Li usiamo per creare in nostri ponti, i battipenna e tutte le parti in metallo, un sacco di attrezzi che sono lì dall’inizio.
DB: Qual è l’annata che preferisci?
JC: Le chitarre degli anni ’50 sono fantastiche, ma il mio cuore è legato alle chitarre degli anni ’60. 1960, ’61 ’62 e ’63, i primi anni sessanta soprattutto. Ma se dovessi scegliere direi che il ’61 è il mio anno preferito.
DB: Ogni Master Builder ha una particolare abilità, lo confermi?
JC: Ci sono, oltre a me, otto fantastici Master Builder nel Custom Shop. Ognuno è specializzato in una cosa. Se uno vuole degli inlasys stravaganti oppure chitarre simili alla Eric Clapton o alla Jeff Beck allora si deve rivolgere a Todd Krause. Tutti siamo in grado di farle ma i suoi lavori a riguardo sono i più rinomati ed è lui che va interpellato perché sa alla perfezione le specifiche di questi artisti. Dale Wilson è famoso per i suoi lavori con legni esotici, così come Paul Waller. Jason Smith è l’esperto di bassi, oltre a essere lui stesso un bassista, quindi è perfetto per quel genere di strumenti. Dennis Galuszka è invece la persona giusta per chitarre stravaganti come la doppio manico metà mandolino metà Telecaster. Chi invece vuole chitarre vintage e relic si rivolge a me, ma posso fare anche chitarre NOS, new old stock. Siamo in nove e ognuno ha le sue abilità e peculiarità. Il modo migliore per conoscerci è andare sul sito Fender, leggersi le nostre biografie e le gallery degli strumenti che abbiamo costruito in passato per farsi un’idea di chi siamo e cosa ci riesce meglio.
DB: C’è un aspetto in cui vorresti diventare più esperto?
JC: Voglio sempre diventare più esperto in quello che faccio, imparare sempre di più. Come in ogni cosa non si smette mai di imparare, si apprendono sempre nuovi modi di fare le cose e rendere le nostre chitarre le migliori al mondo. Ho avuto la fortuna di fare questo mestiere da 27 anni, è un periodo molto lungo, ma ho ancora un sacco di cose da imparare e ho ancora la voglia e la passione per fare sempre meglio.
DB: il custom shop dice “When you’re ready”, quando pensi che un chitarrista sia pronto per comprare una Masterbuilt?
CJ: Molta gente inizia da giovane a suonare e la sua prima chitarra molto probabilmente non sarà una Fender ma una Squier Stratocaster o qualcosa di simile. La può suonare per un po’, ma vorrà poi passare al livello successivo, magari una Fender Japan o una Messico. Tutti ottimi strumenti, anche la Squier lo è per un principiante. Quello che devi fare è salire i gradini fino al top. Da Squier alle giapponesi, poi messicane e infine americane. Ci sono un sacco di splendide chitarre nel listino Fender USA, le team built del Custom Shop poi sono superbe. Ma quando uno vuole fare il vero salto di qualità, il vero passo in avanti, ecco allora che deve rivolgersi a noi, i Master Builder. Siamo lì per quello e When You’re ready è il nostro motto.
DB: CNC, pleck e ora anche la stampa 3D. Pensi che queste tecnologie possano sostituire il lavoro di un Master come te?
JC: Penso siano strumenti eccezionale da avere in laboratorio. Ci aiutano a raggiungere il nostro obbiettivo, quello di creare le migliori chitarre al mondo, ma non credo possano sostituire l’anima. Questa non potrà mai essere sostituita da una macchina, o da un computer, tutto viene dal cuore, da dentro ognuno di noi. Noi mettiamo il massimo in tutto quello che facciamo e questo non lo puoi sostituire con una CNC o un computer.
Ai più non sarà sfuggita la splendida Strat appoggiata sul tavolo di fronte a John. Nello specifico si tratta delle Fender Master Design 1963 Relic Stratocaster. Alla Fender hanno chiesto a due Master Builder, nello specifico John Cruz e Todd Krause, di progettare la chitarra che loro avrebbero chiesto al Custom Shop. La scelta di John è ricaduta su una Strat anni ’60, pesantemente relicata, vintage nell’aspetto ma moderna nell’anima. Con un radius da 12’’, tasti grossi e manico ciccione, due caratteristiche che la rendono suonabile, comoda. L’elettronica prevede tre pick up John Cruz, realizzati su specifiche del Master Builder e costruiti da Josefina Campos che ha passato gli ultimi tre anni a imparare l’arte dell’avvolgimento da Abigail Ybarra. Sono sostanzialmente dei Texas Special sovra-avvolti. La configurazione volume tono tono non deve però confondere. In realtà il secondo potenziometro infatti è in realtà un blend che permette di sommare il pick up al manico nelle posizioni 5 e 4 e il pick up al pone nelle posizioni 1 e 2. Lasciamo però nuovamente la parola a John per una descrizione più accurata.