di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 28 novembre 2014 ore 10:30
Dopo una scorpacciata di jumbo e dreadnought è la volta di testare una chitarra tenuta a stecchetto, con un bel lipstick in borsetta. La Spectrum, una variante della celeberrima Multiac, creazione di Godin che ha messo fine ai problemi di feedback sui palchi.
Dopo una scorpacciata di jumbo e dreadnought è la volta di testare una chitarra tenuta a stecchetto, con un bel lipstick in borsetta. La Spectrum, una variante della celeberrima Multiac, creazione di Godin che ha messo fine ai problemi di feedback sui palchi.
Una chitarra acustica senza cassa di risonanza non è una vera chitarra acustica, inutile nasconderlo. Quando però si ha un'intensa attività live avere la sicurezza che qualsiasi sia il volume della spia, qualsiasi manopola spippolerà il fonico, non vi verranno trapanati i timpani da un fischio lancinante è un gran bel vantaggio. L'obbiettivo con cui Robert Godin ha progettato la Multiac è proprio questo: realizzare una chitarra acustica che risolvesse in gran parte i problemi soprattutto legati alla dimensione live.
La Spectrum ricalca tutte le caratteristiche che hanno reso celebre la Multiac negli anni a partire dalla sottile cassa in mogano. In questo modello le dimensioni sono state leggermente aumentate, più volume per le camere tonali nascoste dal top in abete massello. Incastonato vicino al manico un lipstick della Seymour Duncan con controlli di volume e tono posti sulla fascia superiore. Il suono principale della Spectrum è dato però dal pick up posto nel ponte in palissandro. Sulla spalla superiore troviamo tutti i controlli utili per sagomare il sound alla bisogna. Volume generale, alti medi e bassi. Accanto ci sono anche i controlli per la gestione di un guitar synth tramite la presa a 13 pin posta nei pressi della normale uscita jack. Per completare la descrizione tecnica resta solo da citare il manico in mogano con tastiera in Richlite. Questo materiale è una mistura di resina fenolica e cellulosa che crea una superficie compatta e scura molto simile a quella dell’ebano, almeno al tatto. Si nota facilmente la differenza dal vero legno a occhio nudo, toccandola però la sensazione non differisce di molto da quella che si avrebbe con una tastiera in ebano.
Abbiamo tra le mani una chitarra acustica vera e proprio, anche se le dimensioni ricordano più quelle di una Telecaster. La Multiac si imbraccia comodamente, proprio come una chitarra elettrica, infastidisce sulle prime, ma lievemente, lo spigolo vivo della cassa. Superato questo leggero scoglio, ci si muovebene sulla tastiera. Il manico è sottile ma allo stesso tempo corposo. Si sente la mancanza di una vera cassa sullo stomaco, ma non manca il legno tra le mani. La sensazione di avere una chitarra elettrica tra le mani svanisce per magia quando colleghiamo la Multiac all’Acus (che testeremo a breve qui tra le pagine di Accordo) piccolo amplificatore per chitarra acustica. Quello che esce dal cono da 8’’ è il sound di una vera e propria acustica. Certo, non si ha la pienezza di una jumbo o di una dreadnought, ma allo stesso tempo la Spectrum si rivela molto credibile, anzi. Giocando con l’equalizzazione si riesce a enfatizzare il carattere che più ci piace. Più bassi per un suono più ciccio e da strumming, medie e alte per bucare il mix e per un po’ di fingerstyle. Ricordiamoci che la Multiac è stata creata per calcare i palchi senza problemi di feedback e senza troppi ingombri. Anche alzando oltremisura il volume dell’amplificatore nulla, nessun fischio, larsen o esplosione che dir si voglia. L’obbiettivo è centrato in pieno. L’aggiunta del lipstick non può che fare bene a uno strumento come questo. Il piccolo Seymour Duncan si difende bene. Con la sua voce nasale e scoppiettante può essere un arma micidiale per trasformare la chitarra in prova oggi in una elettrica (quasi). Il meglio però lo si ottiene sommandolo al piezo per un risultato ancora più potente sulle medie in grado di dare maggiore spinta al sound generale dello strumento.
Per concludere la Multiac Spectrum Steel è una chitarra interessante sotto molti aspetti. Perfetta per essere portata in tour dal professionista, ma anche in giro per locali da chi ha un duo acustico. La possibilità offerta poi dall’uscita a 13 pin, completata dai controlli posti accanto all’equalizzazione aumenta di molto la versatilità di questa chitarra che può essere quindi collegata ad un guitar synth. Un'acustica fatta per esser suonata, comoda anche per sperimentare. Il tutto è offerto a un prezzo non esattamente basso. 1800 euro restano comunque un costo adeguato a uno strumento con queste caratteristiche, da considerarsi ben più vicino al top di gamma che all’entry level.