Music Man Dark Lord: il lato oscuro di Steve Morse
di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 01 maggio 2015 ore 08:00
Nero il body, abbrustolito il manico, la Dark Lord ha tanti punti in comune con Darth Vader. L’abbiamo testata nell’OUT Side Studio di Michele Quaini: uno strumento in serie limitata che deve dimostrare sul campo di meritarsi tutti i soldi che costa.
Nero il body, abbrustolito il manico, la Dark Lord ha tanti punti in comune con Darth Vader. L’abbiamo testata nell’OUT Side Studio di Michele Quaini: uno strumento in serie limitata che deve dimostrare sul campo di meritarsi tutti i soldi che costa.
La base di partenza per questa limited edition è l’ormai storica Y2D, seconda signature di casa Music Man per Steve Morse. Per arrivare alla Dark Lord però, il team R&D della casa americana non si è concentrato solo sull’estetica, ha apportato anche qualche piccola modifica strutturale. La più visibile è sicuramente la paletta reverse. Con una dimensione così ridotta l’influenza sul suono sarà ridotta al minimo, l’impatto più grande è quello a livello estetico. A nostro avviso dona alla Dark Lord un aspetto più dinamico e aggressivo.
I materiali sono gli stessi della Y2D Standard. Sotto al nero trasparente del body troviamo uno spesso strato di acero fiammato incollato su una tavola di pioppo, legno scelto dall’artista per la sua particolare risonanza. Il manco, come per il modello base, è in acero. Questo però è realizzato con uno splendido pezzo di birdseye roasted. Il processo di cottura, oltre a rendere il legno di un gradevole color caramello, ne aumenta la rigidità, consegnando al chitarrista un manico stabile e granitico. La tastiera a 22 tasti è in palissandro con i bordi dei jumbo frets talmente rifiniti e arrotondati da sembrare di burro. Qui si nasconde la seconda importante variazione strutturale rispetto alla Y2D di serie. Il profilo del manico infatti è molto più spesso. È sempre a C, bene arrotondato, ma con molto più materiale sotto le dita. La finitura a olio lascia una piacevole sensazione di legno quando si suona, anche se bisogna abituarsi un po’ al particolare odore (per alcuni profumo) rilasciato, ma che col tempo tende a svanire.
La scheda tecnica ci riserva qualche altra certezza. Le meccaniche autobloccanti e il ponte fisso sono i consueti che troviamo in lungo e in largo nella produzione MM. Per quanto riguarda l’elettronica, troviamo nuovamente la firma di Morse. I tre magneti sono infatti dei Di Marzio DP 205 e 200 (gli humbucker al ponte e al manico) e un single coil custom realizzato sempre sotto direttive di Steve. A differenza del modello base, la Dark Lord sfoggia per i pickup una finitura cromata, un tocco di lucentezza in mezzo all’oscurità.
Colleghiamo la Music Man in una Dangelo Special Drive, un amplificatore Duble style e, come consueto, iniziamo con un clean. A dire il vero, restare realmente puliti non è facile. I due humbucker spingono parecchio e si fatica a non fare increspare il suono. Il 200 al manico è rotondo, scuro e corposo, un magnete in grado di dare soddisfazione negli ambiti più fusion/jazz, ma anche capace di diventare aggressivo e potente all’occorrenza. Quello al ponte, più squillante e sgraziato, permette di far crunchare l’amplificatore senza difficoltà. L’animo country di Steve Morse fa capolino anche nelle scelte timbriche dei Di Marzio anche se, pur provando ripetutamente, non siamo riusciti a trovare quale sia la miglioria sonora portata dal particolare posizionamento del single coil. Suonato singolarmente si comporta come un buon centrale, squillante, con la giusta dose di twang. La Dark Lord, però, è irrimediabilmente attratta dal lato oscuro del gain, quello che va oltre la metà della corsa. Ci lasciamo tentare e raggiungiamo in fretta il crunch. I DP sembrano realizzati appositamente per questo frangente. Il calore già dimostrato nei clean si accentua. Cresce l’aggressività, ma controllata. Andiamo a fondo corsa con la manopola del guadagno. Qui il sustain la fa da padrone, diventando una delle caratteristiche timbriche principali del sound della Y2D Dark Lord. La pasta sonora resta quella che ci ha colpito fin dalle prime note, con l’aggiunta di quel tocco di cattiveria dato dalla piacevole distorsione della Dangelo.
La Dark Lord è una chitarra da oltre 3mila euro, una cifra un po’ ingigantita dal numero limitato di pezzi. La qualità e la realizzazione sono davvero impeccabili, raggiungono una perfezione quasi maniacale. La Y2D standard era, in effetti, un’ottima base di partenza, la Dark Lord ne prende le potenzialità portandole oltre. Vale i soldi che cosa, ne siamo convinti, anche se siamo consapevoli che tre cucuzze non si sborsano facilmente.