di gabriele bianco [user #16140] - pubblicato il 22 dicembre 2015 ore 07:30
Le frequenze differenti, le sfumature date da ogni materiale e i volumi prodotti da ogni elemento che compone un drumkit rendono la batteria uno tra gli strumenti più difficili da registrare. Se poi intendiamo farlo in ambito domestico, la cosa si fa dura.
Una delle cose più belle dell'home recording, è che non si deve rendere conto a nessuno. Registro le mie cose e le valuto. Mi piace? Bene. Non mi piace? Registro nuovamente senza giustificarmi con nessuno. Il batterista è però un pover'uomo spesso deriso dal resto del gruppo (in caso ne abbia uno). Il chitarrista - nella peggiore delle ipotesi - porta chitarra/e, amplificatore e pedaliera. Il batterista, considerando un set standard, ha al suo seguito: cassa, rullante, due tom, floor tom, piatti e hardware vario. Insomma, un portabagagli pieno zeppo.
Tanti elementi differenti, contestualizzati nell'ambito dell'home recording, determinano anche approcci differenti. Questo significa che per la ripresa dei tom, della cassa, del rullante e dello hi-hat, è necessario adottare altrettanti approcci differenti. L'home recorder è però di base uno sperimentatore, per cui è possibile intraprendere strade alternative, come la registrazione del proprio drumset con un solo microfono o con tre microfoni.
La sperimentazione è alla base delle più grandi scoperte al mondo, per cui non vergognatevi mai di provare a registrare con configurazioni microfoniche inusuali o a usare un woofer per catturare le frequenze basse della cassa. Insomma, Yamaha ha prodotto il Subkick con questa logica. Sperimentare è il miglior modo per ottenere il suono perfetto.
Pensateci durante queste vacanze di Natale, mentre il tastierista del vostro gruppo scarta sotto l'albero l'ennesima scheda audio, il chitarrista si regala un nuovo VST e il cantante ha già montato l'anti-pop sul suo nuovissimo microfono a condensatore.