Tra tutte le tue impro questa è quella che mi piace meno :) manca il linguaggio, manca il suono. Il fraseggio, l'impostazione della mano sinistra più ancora della destra è assolutamente rock, il
suono, poi, è, secondo il mio gusto, eccessivamente secco e diretto. Il tuo suono sarebbe impeccabile se stessi suonando in un mix affollato in cui devi assolutamente"uscire"; quando suoni con un
accompagnamento essenziale se non assente devi puntare ad un suono grosso, rotondo, che riempia l'ambiente. Con un suono come quello che proponi in questo video il sound generale è
eccessivamente"povero".
Una cosa interessantissima da imparare, poi, è il "linguaggio jazz". Non ti parlo di scale e teoria musicale perché non è il mio campo ma di tecnica chitarristica: prova a suonare con mano leggera
ma ferma, pochi vibrato, glissati precisi in luogo dei brnding, note pulite e precise. La mano destra deve essere chirurgica: dimenticati la plettrata rock, devi far suonare ogni singola nota come una
realtà a sé, dominare la dinamica del fraseggio con grande controllo. Ad ogni nota la sua importanza nell'economia della frase. Io trovo sia interessantissimo per un chitarrista rock/blues entrare
un po' nel campo del jazz, anche perché se si diviene padroni di entrambi i linguaggi si può iniziare a sperimentare con un fraseggio ibrido ben studiato, non solo istintivo, incisivo e molto
personale.
Io to direi: studia un po' di chitarra jazz e poi passa all'ibridazione tra i due mondi. Vedrai che ne uscirai ben più ricca di quanto tu non possa essere suonando con intenzione rock su una base
jazz.
Si tratta di linguaggio: ampliare il vocabolario musicale non può che far bene :)
Ps. Uno che, ad esempio, è riuscito perfettamente dell'ibridazione è Scott Handerson. L'ho conosciuto anni fa, un chitarrista sopraffino e un grande didatta. Profondo conoscitore del linguaggio
rock, blues e jazz è capace di mescolarli con saggezza risultando inconfondibile ed originale che si suoni blues, rock o jazz. La cosa bella è che gli elementi vengono mescolati in diversa misura a
seconda del contesto in cui si trova a suonare in modo che la sua chitarra non sia mai "fuori luogo" bensì sempre perfettamente inserita nel contesto, pur restando"sopra le righe" per i canoni di
genere.
Potrei dire lo stesso di chitarristi come Larry Carlton o John Scofield o Bill Frisell o Hiram Bullock.. Ognuno a modo proprio, in diversa misura e con esiti spesso diversissimi.
momento , parliamondin un percorso inverso nei casi da te citati e fa molta differenza , non dico che non abbia fatto bene a provarci ma diciamo che c'è da maturare prima di poter dire che c'è
veramente qualcosa sotto per questo genere, e per aggiungere un filo di polemica a un po di buonismo che correda sempre i commenti sotto i suoi video ma se fosse stato claudio invece di claudia?
Non me ne parlare, io sarò pure scarso scarso scarso, ma son sempre stato distrutto dai commenti quando ho provato ad espormi (sarà che sono pure brutto brutto brutto :D)
Comunque credo di aver fatto una critica completa, argomentata e costruttiva. Di fondo ho detto che deve studiare per entrare nel linguaggio di genere e che il suo suono e il suo fraseggio attaccati
così su una base jazz semi-inesistente non ci vanno proprio. Che poi lo abbia detto in modo gentile, credimi, è mio solito: odio chi è brusco con me e non lo sono con gli altri.
Io penso che Claudia non debba sedersi sugli allori e debba studiare taaaanto... Infatti non sono solito commentare i suoi outing. Ma in questo caso, potendo aiutare e dare uno spunto, perché non
farlo?
PS. Scott Handerson dal blues è partito, anzi dal blues rock. Poi ha incontrato il jazz e solo più tardi è giunto alla sintesi fusion. Mi pare pertinente.
PPS. Anche se il jazz non fosse "nelle sue corde", con un po' di studio serio, costante e metodico, magari aiutata da una buona guida, credo si possa benissimo sopperire a una mancanza di talento. A
questo punto le cose sono due: o si abbandona l'idea di suonare in ambito jazz o si lavora sodo e si apprendono i rudimenti del genere.
Apprezzo molto il fatto che i tuoi commenti siano critico-costruttivi e non critico-offensivi, perché commenti come il tuo ti fanno venir voglia di approfondire la cosa e mettercela tutta per
migliorare, invece quelli offensivi non servono a niente.
In risposta al tuo secondo PPS: credo che ora come ora il jazz non sia proprio nelle mie corde perché da quando ho cominciato a suonare ho sempre ascoltato blues, country, rock e quindi il linguaggio
sviluppato è più verso quel genere. Difatti faccio fatica ad allontanarmi dai bending perché finora ne ho sempre inseriti un sacco. Per cominciare a fare jazz bisogna togliere vibrato e bending e
Studiare armonia ma studiarla con la S maiuscola. E' per questo che ho scritto "avviciniamoci al jazz" perché sapevo che quello che avevo suonato non lo era. Ma l'intenzione è quella di Studiare!
:)
Grazie!
Claudia
Ma infatti, secondo me stai facendo benissimo ad "avvicinarti" :) anzi, giacché co siamo, to do l'ultimo suggerimento: ascolta tanta, tanta musica jazz. Per iniziare a farti l'orecchio ed entrare
nella giusta prospettiva :)
vai al link inizia con l'ascoltare attentamente questa serie di "studio jam" :)
Premessa , l'ultima parte era volutamente stridente proprio perhcè per me non ha senso dirle "brava mi ricorda questo quello oppure non sfigureresti sembri scofield" , non era riferito al tuo
commento aleck ho preso il tuo solo perchè mi sembrava il più sensato e corretto ; per quanto riguarda henderson è tutto ciò che il jazz non è, mi spiego meglio, il suo percorso è esattamente
quello che hai detto tu ed infatti se ascolti henderson capisci che non è un chtiarrista jazz , ne con i tribal ne dopo , è un ottimo chitarrista intendiamoci , tecnica mostruosa veloce e preciso ma
non ha niente del jazz , diciamo che si è ritrovato a fare un genre che gli permetteva di avere le sue solide basi rock alle quale ha aggiunto un approccio da virtuosista tant è che passata la moda
degli 80 è pian piano tornato su un genere più distante dal jazz, ciò che henderson rappresenta si sintetizza appunto nel fusion ( fusione) , questo è esattamente quello che porta ad una
contradizione nell'estetica del jazz , affrontata in varie sedi e da grandi didatti , un esempio è la pubblicazione di Monteforte docente della civica di milano.
Detto questo il jazz purtroppo non si può ne solo studiare ne solo ascoltare il jazz va "vissuto" e "sentito", si declina una situazione nella quale si è quasi costretti a perdere ogni
contaminazione di altri generi per poi riaggiungerla in seguito nel percorso , bada non ho detto alla fine , perchè essendo un genere in evoluzione sotto ogni punto di vista sia tecnico che proprio
di stilemi armonici non v'è una vera "fine" , mentre in generi come il rock e derivati si può sentire ad un certo punto del proprio percorso la sensazione di soddisfazione e quel senso di
completezza nello studio tra teoria e tecnica, nel jazz si sarà sempre portati ad andare oltre perchè qualcuno aggiungerà un altro tassello che rimescolerà le carte . Con questo non voglio
scoraggiare nessuno ma il jazz non è ne semplice ne complesso , bisogna solo capire se è nella propria cifra stilistica e mentale, anche con una buona guida si può supplire alle lacune di teoria e
di tecnica ma il linguaggio e l'intenzione sono indispensabili e impossibili da trasmettere all'allievo se non è lui in primis a sentire quell'esigenza .
Sono fondamentalmente d'accordo su tutto men che un paio di cose. Per prima la considerazione che, secondo me, Handerson ha integrato alcuni elementi della tecnica (non dell'estetica jazz) fondendoli
al suo stile personale che all'epoca era già formato e definito. È un processo inverso rispetto agli altri citati dato che Handerson, di solida formazione rock-blues gli elementi di jazz che poi ha
integrato li ha appresi "empiricamente", suonando con altri artisti e nel corso della sua carriera in workshop. Certo è, il jazz è una componente fortemente minoritaria nel suo stile, ma
all'evenienza emerge. Ho avuto la possibilità di ascoltare direttamente da lui la descrizione della sua formazione in un workshop anni fa, ero agli inizi con la chitarra è oggi me ne dispiaccio
perché fossi stato più maturo avrei potuto certo apprendere di più da quella esperienza.
Riguardo al resto credo che tu abbia assolutamente ragione dicendo che non si può "studiare jazz" e considerare la formazione conclusa, ma nel caso di Claudia credo che (o almeno il mio consiglio era
in questo senso) abbia bisogno di apprendere i rudimenti della tecnica jazz, apprendere giusto gli elementi base del playing e del fraseggio "standard" in modo da includere nel suo stile quegli
elementi che le permettano di suonare anche su una base jazz non dico bene, ma almeno senza sembrare completamente fuori contesto. Diciamo che è come se Claudia stesse cercando di esprimersi in una
lingua straniera che non conosce: a questo giro si può dire che si sia espressa a gesti, non dico che debba diventare madrelingua ma che impari i rudimenti della lingua, un paio di frasi standard, un
paio di frasi idiomatiche, in modo che all'esigenza possa interagire. Una sorta di "survival language". Ovviamente non si può diventare musicista jazz, come hai detto, se non si entra in quell'ottica
e non si inizia a vivere il genere. Su questo sono pienamente d'accordo con te. Ma credo che a Claudia neanche interessi questo aspetto, per così dire "puro".
Ps. Noto che quel rapporto combattuto, doloroso, di ricerca costante e inconcludente che descrivi sia cosa più diffusa in ambito accademico o dove si tragga la poetica jazz dalla mediazione della
beat generation... Anche io pensavo al jazz come al tormento che descrivi... Poi grazie all'amico Eric Wyatt, conosciuto fortuitamente a New York, allievo prediletto del grande Sonny Rollins, ho avuto
modo di entrare in contatto con la scena jazz contemporanea di New York, anche se per sole due serate, e posso dire che tra i "madrelingua" del jazz ci sia molto più piacere e gioia di suonare di
quanta ne abbia vista qui negli ambienti del jazz accademico. Ricerca costante si, ma condita di emozioni vere, di gioia di condividere la propria musica, di sana competizione con gli altri e con sè
stessi e, soprattutto, poco pregiudizio verso i non addetti ai lavori: un profano come me non è stato preso per il culo come credevo, si son rivelati tutti cordiali e sinceramente interessati alla
musica. Appassionati, ecco. E la musica si vive con passione sincera e gioia.
Una cosa è certa, e su questo sono d'accordo al 200%: è molto più do un genere e va "vissuto".
PPS. Scusa qualche strafalcione o periodo inconcludente, ti scrivo sbattuto tra treno e pullman come ogni mattina ahahah
Su henderson purtroppo potremmo discuterne ma non arriveremmo mai ad un punto perchè vediamo la stessa cosa ma da due prospettive diverse, comunque non è un tormento quello che ho descritto ma una
ricerca infatti ho parlato di percorso un idea che richiama il viaggio , l'ho lasciato apposta libero all'interpretazione proprio perchè è vero quello che dici che nell'ambito accademico la
frustrazione dell'incompletezza viene fuori forse perchè è lo scontro con una valutazione o un test da passare che rendono le cose così tese .
Concludo riallacciandomi ak video , non trovo giusto però quel discorso che a lei non interessi quell'aspetto " puro" , se non le interessa non avrebbe dovuto pubblicare il video , anche perchè
ripeto, non è colpa sua ovviamente , ma se fosse stata un ragazzo avrebbe ricevuto un linciaggio o addirittura la totale indifferenza , ma questo ovviamente non dipende da lei.
A me piace questa reinterpretazione di Autumn Leaves .....una rockettara che si butta sul jazz .. ;)!Mi piace moltissimo anche il fatto che ti orienti con dimestichezza in acque nuove , ovviamente
lo stile rimane bluesy ! NOn possiamo pretendere walkin.bass line e il fraseggio diretto e nevrotico del jazz , Pero' avvicinarsi al jazz e' sintomo di chi ha voglia di misurarsi e non crogiolarsi
sul comodo (anche a me affascina moltissimo )!! Brava Claudia !
Tuttavia concordo con Aleck per il suono , se la facevi sul bassman ne guadagnava parecchio !
PS:Alla fine l'hai presa la les Paul ? E' bellissima !! ;)))))
Non ti avevo mai ascoltata in questo repertorio. Autumn Leaves è uno di quei pezzi che ti consentono di avvicinarti al linguaggio Jazz potendo sfruttare un po quello che già hai nel tuo Background
Blues e Pop senza vivere quei traumi che in genere si hanno quando dal Rock si passa ad un lessico più complesso sia dal punto di vista ritmico che armonico e melodico che è il Jazz.Ti faccio tanti
in bocca al lupo in tal senso.Se approfondirai l'argomento,ti farà senz'altro del bene.Anche se vorrai continuare a suonare in Rock Style,ti aprirà comunque a nuovi orizzonti e ti farà guardare le
cose da differenti punti di vista aprendoti a più soluzioni.
Ciaooo.
Comunque... scusami se te lo faccio notare di nuovo (ma l'ultima volta mi hai risposto che eri propensa alle critiche)... sei ancora un tantinello fuori tempo nell'esecuzione dei soli... Ciao :)
Per il tuo pezzo serve un batterista, il feeling telepatico - un rhythm box è mission impossible.
Un "echisssssenefrega" Jazz è "So What" vai al link con Miles Davis e John Coltrane - c'è da farne una cover... anche usando quella dannata scatoletta! Non vi sono
accordi complicati...
Grazie per il link - che bella quella Tele e bravi tutti! Manca però la melodia del pezzo!!! È forse per questo che hanno accelerato il tempo. "So What" è ormai stato ripreso moltissime volte...
Manca però quella con melodia elettrica da rock spinto, Occhio, la melodia include un stop assoluto sull'ultima nota del riff. BENDING,sound marshallizato, pedalini con effetti strani a scelta, tempo
lento con batteria bella dura e tosta e il basso ha l'occasione di avere un riff tutto suo e il cantante di riposare la voce e farsi un drink... energetico!
Un pezzo del genere non aiuta però se si rompe una corda...Percui ci vuole una tastiera a sopperire, se ne c'è una, non ha corde da rompere! Si ha dunque tempo a sufficenza per mettere a posto la
chitarra.
Studio Jams segue la linea originale su #23.e c'è però la versione #35 con Althea Rene al flauto (wow, super!!! Ha un feeling raro e da adesso un fan). La #57 è piuttosto da accordi base per
appunto una jam da studio su un mix di 2 pezzi. A parte Althea, è interessante ascoltare quello che dicono i musicisti prima di partire :) Grazie!
Hai detto che suonavi Autumn .... ma non hai specificato come, l'hai fatta a modo tuo, va bene così. Te hai solamente premesso di accennarti al Jazz, quindi per me va bene. Discreto, ma complimenti
per la ricerca di altri percorsi musicali, è Molto utile!
Mamma mia tutti a fare i super tecnici ! ma daiii.... se l'è cavata alla grande! ;) ovvio si può sempre migliorare ma il 90% delle note sono molto buone, il jazz non facile...
Tanto per l sballo ti passo vai al link una versione cantata e suonata su chitarra acustica da Eva Cassidy. Non ha mai composto, solo cantato covers e poco conosciuta.
Un bel pezzo è la sua versione di "Fields Of Gold".
È da poco che ho scoperto Eva Cassidy - voce & chitarra con saltuari interventi di chitarra elettrica a poche note che manco si sente o pianoforte suonato piano. Ha un sound fisso sempre lo stesso,
una voce senza esibisizionismo e mi piace come suona la chitarra e interpreta le covers. Per l'acustica c'è Joni Mitchell... ma tu, l'acustica ce l'hai?
Mamma mia, Claudia, sei impressionante, mi sono venuti i brividi nella schiena, e non per modo di dire... l'esecuzione magari non era tecnicamente perfetta, ma chissenefrega, si sente un "cuore
enorme", una sensibilità artistica sopraffina, un tocco sulle corde che passa oltre il video...
Autumn Leaves è uno dei brani jazz che amo di più, mi piace molto la versione di Akim Kohl, ma anche l'arrangiamento di Miles Davis; tu l'hai suonato con l'atteggiamento emotivo che ci vuole....
Sei grande dentro.
Bravissima, ormai sono un tuo fan dichiarato!!! :-)