Paul Gilbert: che meraviglia poter cantare quello che si suona
di redazione [user #116] - pubblicato il 03 agosto 2016 ore 16:45
Paul Gilbert ci confida una delle cose che maggiorante ama nella musica blues: poter cantare quello che si fraseggia.
Possibilità che, ovviamente, non era per lui così accessibile quando suonava metal e shred. Inoltre, ci racconta di come gli strumenti a fiato nella vecchia musica jazz, siano per lui una grande fonte di ispirazione.
Paul Gilbert continua a parlarci dell'importanza di saper cantare ciò che si suona, fraseggiando alla chitarra. In una precedente pillola didattica, Paul ci aveva spiegato che se non sì è in grado di riprodurre cantando, quello che si sta eseguendo alla chitarra, ciò significa che stiamo suonano a vista, senza la piena consapevolezza di ciò che si esegue: si sta facendo musica seguendo semplicemente con lo sguardo e assecondando con le dita, pattern e geometrie di scale, triadi, arpeggi.
Oggi Paul, invece, ci confida che da quando si è calato nella musica blues, gli strumenti a fiato sono diventati una grande fonte d’ispirazione per il suo fraseggio. Dice di amare in particolare i vecchi dischi jazz, degli anni '40 e '50, suonati da musicisti che quando si scostavano dal loro genere principale per infilare qualche blues, suonavano delle cose pregevoli. Tanto che sono blues che lui studia, trascrive, impara a cantare e ripropone all’interno del suo fraseggio e del suo repertorio.
Il blues poi, nella sua formula più pura e tradizionale è un genere che poggia su melodie che si lasciano cantare, facilitando una perfetta simbiosi tra ciò che si suona e ciò che si sente e che quindi è possibile riprodurre con la voce. Saper cantare ciò che suoniamo ci aiuta inoltre a codificarne l’intenzione ritmica, l’inflessione esatta della melodia e la scansione degli intervalli. Ci aiuta a curare l’espressione e l’unicità della pronuncia. “Non mi è mai capitato di cantare un mio assolo quando facevo shred! Ci pensi? Sarebbe impossibile cantare quelle cascate di oggi. Ma poco male, non importa, Non è necessario cantare tutto ciò che suoniamo. Sta di fatto che oggi mi diverto così tanto a suonare blues e mi piace da pazzi, mi fa stare bene, poter cantare le cose che suono.”