È un bel po’ che non pubblico qualcosa, questo però volevo proprio condividerlo: il , l'ultimo acquisto fatto per quanto riguarda gli effetti.
Sul pedale non penso ci sia molto da dire: è un clone del Klon Centaur. Tralascio la parte squisitamente tecnica e provo a descrivervi come suona e soprattutto come si comporta rispetto a un altro pedale, molto conosciuto, che anch'esso fa il verso al mitico Centauro.
Innanzitutto, perché scegliere l'ARC Klone e non un KTR o un Rockett Archer o qualsiasi altro presente sul mercato? Semplicemente perché, da quello che ho letto e sentito, mi è piaciuto di più. Poi ovviamente sono stato consigliato da chi ne ha avuti, compresi l'originale. Però effettivamente non l'avevo mai provato e l'aspettativa era abbastanza alta anche perché, da quanto letto sui vari forum, si posiziona in maniera un po' presuntuosa come la più fedele riproduzione sonora attualmente in commercio, pur non rispettando il progetto originale che comprende i diodi al germanio.
Il fatto poi di averne trovato uno in finitura gold con le manopole oxblood ha cancellato gli ultimi dubbi.
Solitamente, al Klon si associa un concetto di trasparenza, ma bisogna capire cosa si intende: il termine "trasparente" non deve essere confuso con mancanza di carattere e, nel caso di questo pedale, di carattere ce n'è un bel po', anche se non si traduce in qualcosa di simile a quello che accade al suono quando per esempio accendiamo un Tube Screamer.
Se attiviamo il pedale con gain a zero, volume pari al clean dell’ampli e toni flat, non succede niente a parte il click dello switch, ma appena di sposta il pot del gain comincia ad accadere qualcosa di inaspettato. Sembra di agire non sul gain dell’ampli, ma direttamente sul master, non inteso come innalzamento di volume ma come arricchimento del suono: aumentano il corpo, la presenza, la chiarezza del suono, le armoniche, la dinamica e non la compressione. Questo si avverte fino a circa ore 10/11 del potenziometro con humbucker, poi il suono vira verso un crunch, ma è il crunch del tuo ampli tirato, non il suono del pedale. A fondo corsa siamo sempre in territori di crunch leggero con tantissimo corpo e tutte le note intellegibili anche con open chord.
Il controllo del volume è altrettanto importante. Non si occupa solo di incrementare il livello ma contribuisce anch’esso ad arricchire il tutto, e riscontro questo comportamento anche nel tono. Le sfumature che si possono ricercare sono tantissime per un pedale nato per essere usato come Boost/OD.
Quanto alla modalità d'utilizzo, la cosa migliore è metterlo come primo pedale di gain e, cosa che non mi era mai capitata con un pedale, non spegnerlo mai. Non perché non si debba, ma solo perché non sono più stato capace di farlo: semplicemente migliorava tutto, sia l’ampli in clean sia i pedali che venivano dopo.
Lo vedo un po' come la panacea a tutti mali del chitarrista: quel bel suono inarrivabile, perché sempre troppo alto di volume, è qui a portata di piede.
Sono un paio di settimane che lo uso, quindi un po' troppo presto per dire di aver capito tutto del pedale, però ho notato (ma anche gli altri componenti delle band in cui suono) che risulto molto meglio nel mix del gruppo, il suono esce più chiaro, armonico e con una percezione di volume inferiore, e questo aiuta a suonare meglio e con più tranquillità.
Come anticipato, la curiosità era anche il confronto con un altro clone molto conosciuto e apprezzato, ma di gran lunga più economico: il Soul Food di EHX.
Detto fatto: messi in serie, c’è da dire subito che il comportamento a zero gain e il carattere generale sono molto, ma molto simili. Non ho problemi ad ammetterlo, sono sempre stato curioso di capire questo.
Si nota subito una similitudine nel controllo del volume. Tutti e due hanno una grandissima riserva, nulla a che vedere con i vari Boss e Ibanez a cui siamo abituati. La differenza principale è nel controllo di gain: il Soul Food raggiunge livelli più spinti rispetto al Klone, ma sempre senza impastare (volutamente provato con una Les Paul), è un suono però dove la compressione è più in evidenza.
Le differenze maggiori si percepiscono dalla parte di chi suona piuttosto che da chi ascolta, ma questo non vuol dire che non si percepiscano differenze, anzi. Trovo questa comparativa molto vicina a quello che ho percepito e cercato di descrivere.
L'ARC ha un carattere meno ruvido più morbido, dà una sensazione di maggior corpo, più calore e pulizia nel suono. Ho l'impressione che queste differenze più o meno sottili aumentino nel mix della band, ma in conclusione il Soul Food rimane un ottimo pedale sia quando era possibile trovarlo a una cinquantina d'euro sia adesso che costa il doppio.
L'ARC, acquistato nuovo in Italia, sta sui 240 euro. A prenderlo dal produttore, qualcosa si risparmia, ma c’è da aspettare e da avere a che fare con la dogana. Usato, mediamente si trova sui 180 euro, ma ho visto anche prezzi inferiori. La costruzione è molto accurata, pulita e professionale, e anche questo incide sulla cifra finale.
Non parlo della convenienza. Ognuno ragiona per sé, ma posso dire che l’ARC è forse il miglior pedale di gain che abbia mai preso e che mi ha stupito anche di più del canale boost del Box Of Rock. Dall’altra parte, il Soul Food risulta un’ottima alternativa anche se meno conveniente di quando è uscito. |