di Andy Cappellato [user #45705] - pubblicato il 27 giugno 2017 ore 13:00
Oggi possiamo aggiungere con un clic qualsiasi tipo di riverbero nel nostro mix, ma negli anni '50 non era così semplice. Per generare degli effetti di ambienza, gli studi che potevano permetterselo, utilizzavano delle vere e proprie stanze di medie/grandi dimensioni con degli altoparlanti sistemati ad una estremità ed un sistema di microfoni dalla parte opposta per catturare il suono riverberato prodotto all'interno dello spazio.
I medi studi di registrazione invece usavano piccole stanze riflettenti (il bagno di solito) o dei piccoli riverberi a molla (spring reverb) come quelli utilizzati negli amplificatori per chitarra. Nel 1957 la tedesca EMT lancia sul mercato la prima unità di riverbero a piastra, l'EMT 140 Plate Reverb.
Come funziona l' EMT 140 Plate Reverb
Con i suoi oltre 250 Kg di peso e una lunghezza di 2,5 mt per più di un metro di altezza, l' EMT 140 Plate Reverb non era esattamente un'unità portatile, ma era sicuramente più comodo di costruire una stanza dedicata alla generazione del riverbero. Inoltre con questo nuovo effetto di ambienza era possibile accorciare il tempo di riverbero tramite un semplice controllo manuale remotabile.
L'EMT 140 Plate Reverb si basa sull'utilizzo di una piastra di metallo sospesa con delle molle all'interno di una struttura in legno e metallo. Un sistema di pickup proietta il suono sulla piastra, che vibrando altera il segnale, a sua volta raccolto da dei trasduttori piezoelettrici posizionati all'estremità della piastra. Il tempo di riverbero è all'incirca di 6 secondi e può essere accorciato tramite un sistema di smorzamento meccanico delle vibrazioni della piastra.
Nel 1961 esce la versione stereo, EMT 140S Plate Reverb.
Nel 1976 EMT abbandona il progetto dei riverberi a piastra per dedicarsi alla nuova nascente tecnologia digitale e lancia l'EMT 250 Electronic Reverberator, chiamato anche da molti la stufa per le sue dimensioni.
EMT 140 oggi
Ancora installato negli storici studi di registrazione, come per molte altre macchine analogiche, l'EMT 140 Plate Reverb è tornato in voga grazie alle emulazioni digitali, che ne hanno fatto conoscere la storia e il suono anche a chi non ha mai potuto varcare la soglia di questi fantastici recording studios.
Il classico riverbero a piastra negli anni '80 è stato sostituito dai più comodi e portatili riverberi digitali, che comunque contenevano degli algoritmi di riverbero proprio basati sull' EMT 140 Plate Reverb. Nonostante la nuova tecnologia digitale, il classico EMT aveva comunque un suono più denso e dolce che ne ha conservato l'utilizzo all'interno delle produzioni fino ad oggi.
Con le ultime tecniche di modellazione digitale ci si è avvicinati di più al suono originale dei veri Plate Reverb. Un esempio classico per chi vuole inserire questo suono nelle proprie produzioni è l'EMT 140 Classic Plate Reverberator Plug-in di Universal Audio, per piattaforma UAD, che modella 3 differenti unità, dato che, come per molti hardware del passato, il suono varia a seconda dell'età, del mantenimento e delle modifiche eseguite sulla macchina originale. Un altro plugin che clona il suono dell'EMT 140 Plate Reverb è il Waves Abbey Road Plate Reverbs, modellato sulle 4 unità EMT installate negli Abbey Road Studios di Londra. Molti impulsi (IR) ben fatti si possono poi trovare nelle librerie dei classici riverberi a convoluzione, come nell'ormai usatissimo Audioease Altiverb.