Nell'immaginario generale, Schecter è sinonimo di shred e accordature ribassate. Gli appassionati del genere non hanno torto a crederlo ma la Banshee, nella sua nuova incarnazione per la gamma Extreme, dimostra di saperla lunga anche su versanti meno scontati.
Per lungo tempo, vedere una chitarra con ponte flottante e 24 tasti ha significato trovarsi di fronte a uno strumento spinto, studiato per sparare riff distorti e offrire una spiccata definizione nell'hi-gain a volte a discapito del calore sui puliti, ma la Banshee-6 FR Extreme ha accettato l'ardua sfida di impacchettare uno strumento per tutte le stagioni, con una predilezione per la saturazione ma capace di farsi valere anche in contesti più tradizionali. Incuriositi, abbiamo voluto testarla sul campo, e la super-Strat indonesiana ci ha stupito per flessibilità e rapporto qualità-prezzo.
La Schecter Banshee Extreme trova le sue radici nella miglior tradizione californiana delle bolt-on a doppia spalla mancante. Il manico in acero con tastiera in palissandro non lascia dubbi, mentre stupisce la scelta di abbinarvi un corpo in mogano, al quale un top in acero conferisce una presenza scenica impressionante, unitamente con il sottile binding naturale ricavato dallo stesso legno dei bordi a spezzare la finitura semitrasparente.
Se il manico avvitato, la scala lunga da 25,5 pollici, i 24 fret X-Jumbo e il raggio quasi piatto da 16 pollici suggeriscono uno strumento studiato per il solismo chirurgico, lo spessore sonoro assicurato dal legno del body garantisce dei bassi pieni, capaci di rendere onore ai single coil posizionati a centro e manico sul battipenna perlato. Quello al ponte è un humbucker, modello Diamond come gli altri due pickup, e può essere splittato attraverso un push-pull sul potenziometro dei toni, l'unico pezzo di metallo a trovare posto sul top insieme al volume master e a un selettore a cinque posizioni. Il jack d'uscita è spostato sulla fascia, per concedere il massimo risalto alle figurazioni e far sì che il cavo non finisca mai tra i piedi: quando ci si trova a giocare con un Floyd Rose, qui un modello Special Hot Rod disegnato in esclusiva per Schecter, certe piccole attenzioni diventano dei grossi punti a favore.
Nello specifico, il modello in prova acquista il suffisso di 6 FR proprio in relazione al numero di corde al tipo di ponte, perché è possibile averne anche a sette corde o con ponte fisso in stile hardtail.
Le meccaniche, tre per lato sulla caratteristica paletta puntuta, mettono le corde in linea coi solchi del capotasto per ridurre la frizione e migliorare così la stabilità dell'accordatura. Se sul modello con Floyd Rose e bloccacorde può non essere un aspetto cruciale, sulle versioni con ponte fisso diventa un accorgimento apprezzabile.
Collegata all'amplificatore, la Banshee Extreme non tradisce le aspettative. È una chitarra performante, da inserire nei contesti più disparati senza troppe difficoltà contando su un manico scorrevole, sottile a C, e su una dotazione elettronica moderna ma non troppo. I magneti hanno un'uscita consistente, ma conservano una sensibilità dinamica tale da non portare all'esasperazione un preamplificatore - a meno che non lo si desideri - e anche un leggero crunch può essere pulito senza difficoltà con un roll-off del volume o con un tocco più delicato.
La fabbricazione orientale non deve scoraggiare: le rifiniture sono di tutto rispetto e la suonabilità generale è buona. Ci si muove senza problemi lungo i segnatasti in stile Vector in madreperla sintetica e abalone per conquistare un'ampia gamma di sonorità.
A conti fatti, la Extreme è uno strumento di stampo moderno, ma non per questo aggressivo a tutti i costi. Il rock più consistente la trova perfettamente a suo agio, ma la Banshee è capace di uscire a testa alta anche da una jam metal o da un set pop, sfoggiando un'insperata propensione ai toni liquidi della fusion.
Non da ultimo, l'Ocean Blue Burst del modello in prova, rigorosamente con il quilt del top a vista, ne fa un piacere per gli occhi e le dona un'eleganza niente male, ma è possibile averne anche in Vintage Sunburst per i più tradizionalisti, o in Black Cherry Burst e Charcoal Burst per chi preferisce finiture ammiccanti all'universo hard e heavy.
Abbiamo voluto darvene un assaggio con Alessandro Crippa.
Novità per il 2017, è tra i modelli di punta del nuovo catalogo Schecter. Sul sito ufficiale ma, se la categoria vi scalda il sangue, un test sotto le proprie dita è consigliato rivolgendosi ai punti vendita serviti dalla . |