Quando si parla di chitarra elettrica country, è senza dubbio uno dei maggiori esponenti a livello mondiale. Dal suo linguaggio al suono della sua singolare Music Man, tutto di quanto proviene dalle dita del virtuoso britannico contribuisce a scrivere un vero manuale della chitarra country, tanto per lo stile quanto per il suono.
Compresso, scoppiettante, incisivo, il tono di Albert Lee è un suono country da manuale. Per ottenere una timbrica all'altezza non occorrono pedaliere elaborate né amplificazioni sofisticate, ma ogni anello deve combaciare perfettamente.
In vista delle imminenti date italiane, , lo abbiamo incontrato per curiosare tra i suoi flight case.
Dopo lo speciale sold out dello scorso anno, Albert Lee torna in Italia. Lee suonerà venerdì 20 luglio al Castello Sforzesco di Milano per l’Estate Sforzesca e sabato 21 luglio al Blues in Villa di Brugnera (PN). I biglietti sono disponibili sui canali ufficiali per la data di Milano e per la tappa a Brugnera. E' importante diffidare dei circuiti di vendita non ufficiali.
Principessa sul palco è da sempre la sua Music Man, forse la solid body dalla forma più audace mai creata da casa Ernie Ball al pari con il recente modello dedicato a St Vincent.
La signature di Albert Lee trae ispirazione dalle più famose creazioni di Leo Fender e punta sulla sempreverde accoppiata di un body in swamp ash - frassino leggero - con un manico interamente in acero. Fortemente voluto dall'artista, un capotasto compensato gli assicura un'intonazione impeccabile su tutta la tastiera.
Nella sua incarnazione originale, il modello nasce con un trio di single coil e una circuitazione attiva per tenere a bada il rumore di fondo tipico delle bobine singole, tuttavia nel tempo è arrivata anche una versione con due humbucker in un body di mogano africano. Più grossa e ricca sui medi, conserva comunque il carattere brillante e reattivo del primo modello, avvicinandosi per certi versi al mondo semiacustico.
Oggi è possibile acquistarne una identica alle sue, sia con ponte mobile in abbinamento ai single coil, sia con ponte fisso per l'edizione humbucker. In prima battuta Albert è stato un affezionato utilizzatore dei ponti fissi, salvo poi dichiararsi innamorato dell'affidabilità e del tono forniti dai sistemi flottanti Music Man.
L'effettistica per il provetto country boy consiste in un grappolo di ottimi effetti. Quasi sempre attivi, compressore, un filo di riverbero e un leggero delay a fornire spessore al tutto sono tutto ciò di cui si può avere bisogno. Vi si affianca del chorus leggero, solo quando serve. Lee ha trovato da tempo la sua dimensione ideale con la classica unità digitale Korg A3 in formato rack, ma ha di recente guardato con interesse alle possibilità dei pedali TC Electronic programmabili con tecnologia Toneprint: con l'azienda danese ha collaborato per la creazione del suo preset signature dedicato al Flashback Delay.
Il digitale trova spazio nella strumentazione senza troppi preconcetti, ma sull'amplificazione il buon vecchio valvolare ne esce ancora una volta vittorioso.
L'amplificatore preferito di Albert Lee è un Tone Master, non il più famoso dei Fender ma dotato di tutto il carattere dei clean californiani puri e da alcuni accostato alle nuance del Vibro-King.
Quattro 6L6 nei finale per la bellezza di 100 watt forniscono tutta la potenza necessaria per contare su un suono cristallino anche ad alti volumi, con headroom e dinamica in quantità.
In mancanza del mostruoso piggyback con cabinet 4x12, Albert garantisce che un intramontabile Fender Twin farà al caso.
Essenziali, dosati con parsimonia e sfruttati con sapienza nelle minime sfumature, ecco gli ingredienti di un perfetto country-sound. |