Roberto Gualdi: "Andare a tempo. Predisposizione o formazione?"
di redazione [user #116] - pubblicato il 28 agosto 2018 ore 16:30
Il tempo, un buon senso del tempo e un buon controllo di questo elemento sono tra i talenti più preziosi a cui un bravo musicista può ambire. Talenti che nel caso particolare di un batterista, diventano decisivi. Il tempo, e la conseguente capacità di sentirlo e gestirlo, sono un aspetto talmente risolutivo della propria attività musicale da essere spesso oggetto di dissertazioni, tra mito e realtà, su quanto questo sia un talento innato - che si ha o non si ha - o una dote che, invece, si può affinare se non addirittura costruire. La parola a Roberto Gualdi.
Quello della “Tenuta Del Tempo” è un argomento centrale della Didattica di Roberto Gualdi che ha esplorato questo tema individuando sei componenti attraverso i quali si snoda e articola la sensibilità ritmica di un musicista.
Questi sono:
Predisposizione Genetica
Background culturale
Fluidità & Tecnica
Consapevolezza Ritmica
Conoscenza del Repertorio
Condizionamenti Psicologici
La Predisposizione Genetica è un elemento innegabile. Così come c’è chi nasce con il dono dell’intonazione vocale o dell’orecchio assoluto, c’è chi parte con una sensibilità ritmica più spiccata, puntuale. Ma questo non sarà che che uno dei tanti aspetti della “Tenuta del Tempo”. Chi nasce dotato di questa risorsa, di sicuro avrà dei vantaggi; se non altro, magari, la necessita di minore tempo da investire negli esercizi e nella pratica. Ma la sola predisposizione non basterà di sicuro a fare di lui un batterista o un musicista.
Un altro aspetto decisivo ma accidentale, è l’Ambiente Culturale nel quale un musicista - prima ancora di iniziare a formarsi e studiare - nasce e cresce.
Siamo profondamene condizionati dall’ambiente in cui cresciamo: chi è frutto di un ambiente sociale e culturale in cui ci sono musica, danza e musicisti vivrà questi elementi come naturali, percependoli come immediati strumenti espressivi e comunicativi. A questo, poi, si aggiunge l’elemento della quotidianità. “Nelle chiese di Haarlem durante le cerimonie si suona R’n’B, Gospel. Una persona che inizia ad andare a messa da bambino, arriva all’età adulta con già dieci anni di ascolti e quotidianità con questi linguaggi musicali.” La stessa età nella quale, un batterista nato in un altra realtà geografica e culturale, ne arriva magari solo a scoprire l’esistenza.
Il terzo aspetto è quello legato alla Tecnica. Non possedere tecnica limita la possibilità di esprimere il proprio talento e la propria sensibilità ritmica. Un musicista può anche percepire in maniera precisa un flusso ritmico di sedicesimi. Ma senza la fluidità e gli strumenti tecnici per esprimerlo e pronunciarlo correttamente, questo non uscirà altrettanto chiaro e pulito. La tecnica condiziona la “Tenuta del Tempo”. Erroneamente quando si parla di tecnica la si associa al virtuosismo, a un’espressione musicale necessariamente complessa e articolata. E invece, la Tecnica è la capacità di avere il controllo totale di quello che si suona. Possedere la tecnica è il dono di poter suonare senza preoccuparsi dell’aspetto meccanico e - appunto - tecnico del proprio playing. Concentrandosi su altri elementi come timing, espressività, feeling.
Nelle prossime puntate, continueremo questa analisi assieme a Roberto. Affronteremo Consapevolezza Ritmica, Conoscenza del Repertorio e Condizionamenti Psicologici.