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Gretsch e Chet Atkins: la nascita di un mito
Gretsch e Chet Atkins: la nascita di un mito
di [user #17844] - pubblicato il

Gretsch e Chet Atkins sono legati da un sodalizio che dura da oltre 60 anni, quando il virtuoso gettò le basi per quella che diventerà la G6120.
Carattere riservato, un forte carisma e un talento eccezionale, Chet Atkins è l’eroe della chitarra che ha ispirato innumerevoli musicisti moderni. Mentore di artisti del calibro di Tommy Emmanuel, all’età di 49 anni è il musicista più giovane a entrare nella Country Music Hall of Fame: ammirato per il suo stile inconfondibile e per la sua spiccata sensibilità melodica, Atkins ha dimostrato nel corso della sua vita di avere anche un gran senso per gli affari, divenendo nel tempo un grande non solo della chitarra, ma della produzione musicale a tutto tondo con il suo notevole lavoro alla RCA.

Gretsch e Chet Atkins: la nascita di un mito

La carriera del giovane Chet decolla quando, nel 1950, si trasferisce a Nashville e si esibisce regolarmente al Grand Ole Opry e alle radio locali. Nel giro di pochi anni è un sessionman richiestissimo e viene avvicinato da Jimmie Webster, all’epoca responsabile delle vendite in casa Gretsch, che gli propone di lavorare insieme a uno strumento su sue specifiche. Chet coglie l’occasione al volo e quel contratto firmato nel 1954 farà la fortuna di entrambi.



La sua chitarra, battezzata Streamliner Special e basata sulla già esistente Streamliner, avrebbe dovuto essere una hollow body a spalla mancante con due pickup DeArmond e metallo per capotasto e ponte allo scopo di ottenere maggior sustain rispetto al classico osso. L’inconfondibile finitura arancione è invece suggerita da Webster.
Ricalcando l’iconografia western e country, Gretsch arricchisce lo strumento con un vistoso tailpiece a forma di borchia da cinturone in stile cowboy, intarsi segnatasti coordinati, una grossa G impressa sulla cassa e corna di bue sulla paletta. Sembra che Chet non abbia mai davvero apprezzato quei dettagli, ma la chitarra è ciò che di lì a poco sarebbe diventata la G6120, ammiraglia incontrastata del catalogo Gretsch ormai da oltre mezzo secolo. Sempre con la collaborazione di Chet, la chitarra riceve un vibrato Bigsby per non separarsene mai più, oggi un vero marchio di fabbrica per il twang di casa.

Meno sfoggiata di fronte a cineprese e macchine fotografiche ma altrettanto significativa, si affianca alla chitarra anche la piccola G6121, solid body prodotta a partire dal 1955 e capostipite della futura serie Jet.

Gretsch e Chet Atkins: la nascita di un mito

Se il primo apporto di Chet alla progettazione dello strumento si limita ad hardware ed elettronica, gli anni che seguono vedranno una collaborazione sempre più affiatata. Arriva a stretto giro una versione di G6120 con una tavola armonica nettamente più spessa e buche a effe dipinte, senza alcun foro sul top, allo scopo di ridurre i fenomeni di feedback e incrementare il sustain. La ricerca continua e, per la fine del 1956, un modello simile ma con un top più sottile e leggero fa la sua apparizione nelle sempre più frequenti esibizioni televisive di Atkins.
La chitarra vede inoltre l’introduzione dei primi prototipi di pickup a doppia bobina disegnati da Ray Butts, i futuri Filter’Tron e primi humbucker in assoluto a comparire in pubblico.



Lo strumento subisce numerose modifiche nel tempo, come la sostituzione della leva del vibrato in più occasioni o l’introduzione di uno switch al posto della manopola dei toni.
Dall’esperienza accumulata nasce la G6122 Country Gentleman, il modello double-cut con buche dipinte in finitura marrone e due Filter’Tron introdotto nel 1957 che avrebbe accompagnato Atkins per tutti gli anni ’60.

Il design a spalla singola non è accantonato e, nei primi anni ’60, vede la luce anche la G6119 Tennessean, intesa ad ammiccare a fasce di mercato più accessibili.

Gretsch e Chet Atkins: la nascita di un mito

Il fenomeno Gretsch e Chet Atkins è ormai esploso. Duane Eddy sceglie la G6120 come suo strumento portandolo alla ribalta nel mondo del rock n roll. L’imminente british invasion dei Beatles sdoganerà invece la County Gentleman tra le mani di George Harrison. Una nuova ondata arriverà quando Brian Setzer farà della hollow body arancione di casa Gretsch la sua inseparabile compagna di viaggio.



La tradizione Gretsch e la carriera di Chet Atkins camminano fianco a fianco attraverso i decenni. Nel 2014, Gretsch celebra i 60 anni della collaborazione con due modelli esclusivi: la G6119 Tennessee Rose e la G6121 - 1955 Solid Body.
Viene inoltre preparato un lungo documentario sul chitarrista.



A oggi è difficile tenere il conto di tutte le edizioni che si sono succedute negli anni e le chitarre firmate da Chet Atkins non hanno mai abbandonato il catalogo Gretsch.
È immancabile la gamma Country Gentleman, attualmente prodotta in edizione ’59 a una spalla mancante e ’62 a due spalle mancanti, disponibile anche come 12-corde. La G6122TFM Players Edition con top in acero fiammato al naturale ne è una revisione di alta classe e in chiave moderna, ma il trono è ancora della G6120. Classica, arancione, con due pickup DeArmond, si fa ammirare in una reissue storicamente corretta con il modello G6120T-55 Vintage Select Edition ’55 Chet Atkins.

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Link utili
Chet Atkins sul sito Gretsch
Le Gretsch di Brian Setzer
Visita alla Country Music Hall of Fame
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di dale [user #2255]
commento del 24/09/2018 ore 08:24:01
Bellissimo articolo, il giusto tributo ad un Gigante della musica, ad una chitarra icona che tutti hanno desiderato almeno una volta nella vita..
Rispondi
di chikensteven utente non più registrato
commento del 24/09/2018 ore 14:30:41
e la Gibson Chet Atkins cec? dove la mettiamo?
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