di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 03 gennaio 2019 ore 16:00
Il vibrato è uno degli elementi più peculiari del fraseggio di ogni chitarrista. Uno degli aspetti tecnici ed espressivi attraverso i quali ogni musicista palesa in maniera chiara e distinguibile la propria personalità. Perciò, esistono tantissimi approcci a questa tecnica, infinite sfumature interpretative, tante quanto possono essere quelle caratteriali.
Non esiste un’unica maniera, corretta, per eseguire il vibrato; basti pensare e tre giganti della chitarra come BB King, Steve Vai o Greg Howe che lo eseguono in maniera radicalmente diversa l’uno dall’altro ma ottenendo, ciascuno, un risultato sonoro meraviglioso e assolutamente personale.Nili Brosh è un nome di punta della più moderna scena chitarristica strumentale. Tra i punti di forza del suo playing c’è proprio un vibrato particolarmente efficace, personale ed espressivo. Le abbiamo chiesto qualche consiglio per migliorare questa tecnica.
“Dare dei consigli su questa tecnica è delicato: il vibrato è un aspetto totalmente soggettivo nel fraseggio di ogni chitarrista e ciascuno lo sente e pensa in maniera differente. Ciò nonostante, dirò quelli che - secondo me - sono gli elementi decisivi da curare per affinare questa tecnica. La chiave di un buon vibrato è la consistenza di due elementi: intonazione e timing.
Il primo elemento, l’intonazione, interessa il fatto che io consideri il vibrato come un oscillare da una nota ad un'altra. Prendo una nota e la tiro fino ad un’altra per poi ritornare a quella di partenza. Si tratta di portare il suono, di andare da un punto a ad un punto b: non è dissimile da come si pensa e imposta l’approccio al bending; in entrambi i casi, si decide di tirare una nota verso un intervallo stabilito: mezzo tono, un tono, una terza minore…
Quello che quindi è determinante per l’efficacia del vibrato è che in questa oscillazione tra una nota e l’altra, l’intonazione resti solida, consistente. Se si sta vibrano una nota, per esempio tra D e Eb, è decisivo che quelle due note restino intelligibili, intonate. Allo stesso modo è importante il ritmo che deve essere uniforme, controllato.
Per questa ragione, un’ottima maniera per esercitarsi con il vibrato, è eseguirlo, praticandolo a metronomo, partendo da velocità molto ridotte; inizialmente si dovrà letteralmente forzare la propria mano nel dosare e gestire tanto l’intensità dell’intonazione che quella del timing. Lavorare a velocità così lente farà affiorare tutte le debolezze della propria tecnica di vibrato permettendo, al contempo, di sentire anche quando le cose iniziano a funzionare correttamente. Sarà importante preoccuparsi di mantenere lo stesso controllo anche quando poi si alzeranno le velocità metronomiche. Il vibrato, comunque, suono intenso e interessante anche a velocità ridotte. Quello che conta, comunque, lento o veloce che lo si esegua, è il controllo e l’uniformità di tempo e intonazione"