![Dobbiamo essere sempre grati alla EKO. Dobbiamo essere sempre grati alla EKO.](https://www.accordo.it/cloud-assets/00/22255/images/101501ekobassguitarandamplifier.jpg)
Doveroso mio riconoscimento alla EKO, una casa produttrice di chitarre italiana fondata nel lontano 1959 da Oliviero Pigini a Castelfidardo nelle Marche, poichè ci ha permesso di suonare quando le nostre finanze da studenti delle scuole medie superiori erano oltremodo "scarse". In primis il mio approccio con la chitarra fu con una EKO Fiesta nel 1966, avuta in cambio di una armonica a bocca Hohner con annesso un sistema amplificatore costituito da un tubo metallico chiuso con asola porta strumento, dotato di microfono piezoelettrico sul fondo dotato di volume con manopola esterna (ma ero a conoscenza che il precedente propretario della chitarra l'aveva pagata lire 7000 ). Poi, quando fui costretto a passare al basso elettrico, la mi prima chitarra basso fu una della EKO, modello 1100/MB/2, color madreperlato bianca davanti e nero sul retro, comperata dal fratello di un mio compagno di classe a lire 11000 ad inizio 1968 (ora ne sto cercando un basso EKO uguale anche se anni fa da un negozionate di Angri, a cui facevo assistenza tecnica in negozio, me ne fu offerto uno dello stesso modello ma color azzurro brillantinato, cioè come quello che ho inserito nell'immagine d'apertura, non accettai stupidamente perchè mi sembrava d'approfittare), seguito dopo anni da un modello simile ma col body di forma diversa, color rosso brillantinato, il Violin Bass Sold Body EKO 1150/TO/2 anch'esso inserito nella succitata immagine. Tengo a precisare inoltre che delle chitarre elettriche serie 500 e 700 non ne ho mai posseduta nessuna, avevo invece comperato, nella seconda metà degli anni 80, una semiacustica modello 296 S color black, dotata di un solo pickup Di Marzio al manico, non malvagia però, chi sa perchèpoi mi fissai per la presenza della doppia spalla mancante (che a mio parere nelle chitarre da jazz doveva essere singola e solo quella inferiore) e per il fatto che l'attaccarde ricordava quello che avevo sulla mia Gibson SG Standard, uno Stop Barr e non quello a "trapezio" come volevo. Di amplificatori della EKO ho posseduto sia il modello Super Duke per basso che il Viscount con riverbero a molla per chitarra, entrambi con 4 X EL84 in finale ma su due trasformatori d'uscita con secondario in parallelo, più il piccolo Polyphemus da un paio di Watt regalato a mio nipote. Però dei bassi della EKO ho avuto sempre un'ottima opione tanto è vero che ad inizio anni 2000 ho comperato un modello MM 300 color natural, consigliandolo pure ai miei allievi giovani (con mio insegnamento del basso a gratis, tengo a precisare) e un paio d'anni fa, cercando sempre il mio vecchio primo basso della EKO, nel negozio di Luca in Battipaglia ho trovato invece un EKO Camaro Bass Sunburst a cui ho montato le corde Fender flatwound e posso dire che, possedendo un ottimo Fender Jazz Bass del 1974, non sfigura affatto nel confronto (è nell'immagine d'apertura anch'esso). Come chitarra acustica, non trovando una Fiesta, sono entrato in possesso, sempre comperandola da Luca, del modello similare "Junior", però con la paletta senza asole.
![Dobbiamo essere sempre grati alla EKO. Dobbiamo essere sempre grati alla EKO.](https://www.accordo.it/cloud-assets/00/22255/images/114952Chitarre%252BEKO%252Bricordi.jpg) |