di redazione [user #116] - pubblicato il 20 luglio 2020 ore 14:00
Ci sono voluti cinquant’anni, ma il prototipo della Espada di Leo Fender vede finalmente la luce, con una serie di accorgimenti moderni firmati G&L.
Non tutti i progetti di un’azienda superano gli step necessari per arrivare alla produzione su larga scala. Proprio come accade con i b-side di un artista, alcuni restano negli archivi per lungo tempo, salvo poi incontrare l’attenzione del pubblico in tempi non sospetti, talvolta dopo la morte dell’autore.
È quello che è successo con la Espada.
Curve simili a quelle di una Telecaster ma con il body slanciato di una Stratocaster, un battipenna sinuoso e un’originale placca dei controlli a occupare buona parte della porzione inferiore, la Espada è stato un progetto di Leo Fender iniziato verso la fine degli anni ’60.
Nel 1969, il lavoro era da considerarsi quasi definitivo quando fu abbandonato prima ancora di raggiungere il mercato. Ma adesso, mezzo secolo più tardi, la Espada si prepara al grande salto.
L’idea di recuperare i disegni originali della Espada, rimasti per tutto questo tempo negli archivi CLF Research, è stata dei fratelli Dave e John McLaren. L’obiettivo è portare a termine il lavoro di Leo, con una serie di accorgimenti moderni e fondendo nell’insieme altri brevetti partoriti dallo stesso Fender in tempi più recenti. Le prime immagini della G&L Espada sono state diffuse in concomitanza con il Namm Show 2019, e ora la chitarra sembra essere entrata stabilmente in catalogo, con una serie di opzioni per legni e finiture tra i materiali più rappresentativi della scuola elettrica californiana.
La divisione CLF Research, squadra di G&L rivolta alla sperimentazione e alla ricerca sonora, ha replicato le forme morbide dell’accattivante Espada.
I due pickup montati sul battipenna dal profilo tondeggiante derivano dai prototipi di split coil a polo lungo sviluppati tra il 1967 e il 1968. A questi è stato aggiunto uno switch per la somma in serie o parallelo con cui rendere il suono più brillante e sottile o più denso e potente alla bisogna.
L’idea originale della Espada prevedeva un preamplificatore bufferizzato a bordo, alimentato con sei batterie stilo AA. Ora la chitarra monta invece più pratico G&L Micro Preamp di concezione moderna, alimentato da una batteria da 9v e controllato da un selettore con cui scegliere tra una modalità tradizionale passiva in bypass, una attiva con il solo buffer in funzione e una con un treble boost per bucare meglio i mix o enfatizzare la natura squillante dello strumento.
L’elettronica è completata dagli immancabili controlli di tono PTB, un’equalizzazione passiva capace di regolare in maniera separata bassi e alti sviluppata da Leo Fender e ormai diffusa su gran parte del catalogo G&L.
Più recente per concezione è anche il ponte Saddle Lock. Caratterizzato da una solidità elevata e da una trasmissione delle vibrazioni efficiente e ricca di dettagli, il ponte è stato sviluppato solo dieci anni più tardi rispetto alla dismissione del progetto Espada ed è oggi al centro di numerosi bassi e chitarre G&L.
La G&L CLF Research Espada può essere vista nel dettaglio sul sito ufficiale a questo link, con scheda tecnica, finiture e opzioni per la personalizzazione. In Italia, le chitarre G&L sono disponibili con la distribuzione di Aramini.