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Il folletto David Lindley si è allontanato |
David Lindley era un magnifico musicista. Un pazzo con un talento e un orecchio musicale ineguagliabili. Un genio del suono, un domatore di strumenti musicali, un folletto del palcoscenico. Si è allontanato il 3 marzo lasciando un vuoto enorme nel cuore di chi ha amato lui e la sua musica. Se non lo conosci leggi il mio ricordo di questo straordinario artista, meglio se ascoltando Mercury Blues. Continua... |
di alberto biraghi [user #3] |
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C'era una volta Ry Cooder |
Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’ultimo disco di Ry Cooder, intitolato “I, flathead”.
Con questo lavoro – secondo quanto si legge un pò pomposamente sulla stampa specializzata - – il chitarrista di Santa Monica chiude la trilogia dedicata alla California.
La trilogia iniziò nel 2005 con “Chavez Ravine”, un disco interamente dedicato alla scomparsa, avvenuta nella metà del secolo scorso, dell’omonimo quartiere latino di Los Angeles, demolito dalle ruspe al fine di permettere la costruzione di uno stadio per il baseball; è proseguita nel 2007 con l’uscita di “My name is Buddy”, dedicato ai lavoratori della California dell’inizio del secolo scorso e ai valori – ormai perduti - di solidarietà e di umanità da loro incarnati. E oggi si chiude con “I, flathead”, anch’esso ambientato nella California degli anni cinquanta, dove automobili, lavoratori, politica e fantascienza si mescolano nelle storie delle canzoni. Per questo progetto Cooder si è cimentato anche come scrittore di un racconto lungo che si accompagna al disco. Continua... |
di smacchia [user #11000] |
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Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’ultimo disco di Ry Cooder, intitolato “I, flathead”.
Con questo lavoro – secondo quanto si legge un pò pomposamente sulla stampa specializzata - – il chitarrista di Santa Monica chiude la trilogia dedicata alla California.
La trilogia iniziò nel 2005 con “Chavez Ravine”, un disco interamente dedicato alla scomparsa, avvenuta nella metà del secolo scorso, dell’omonimo quartiere latino di Los Angeles, demolito dalle ruspe al fine di permettere la costruzione di uno stadio per il baseball; è proseguita nel 2007 con l’uscita di “My name is Buddy”, dedicato ai lavoratori della California dell’inizio del secolo scorso e ai valori – ormai perduti - di solidarietà e di umanità da loro incarnati. E oggi si chiude con “I, flathead”, anch’esso ambientato nella California degli anni cinquanta, dove automobili, lavoratori, politica e fantascienza si mescolano nelle storie delle canzoni. Per questo progetto Cooder si è cimentato anche come scrittore di un racconto lungo che si accompagna al disco.&via=Accordo.it" target="_blank"> |
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