Plettri a goccia, triangolari, grandi, piccoli… siamo abituati a pensare che la forma del plettro giochi un ruolo centrale nella preferenza verso un modello. È sicuramente vero, ma cosa accadrebbe se ci si concentrasse su una sola forma e si approfondisse invece il solo materiale, esplorando il modo in cui scivola contro la corda, si “sente” tra le dita, stacca la nota?
La ricerca dell’italiana si concentra proprio su questo, e noi ci abbiamo messo sopra le mani per raccontarveli meglio.
Techpicks offre una rosa di cinque modelli di plettro che si prefiggono di coprire differenti aree stilistiche e modalità di playing.
Dal metal allo strumming sull'acustica, dal jazz al funk, passando per il bluegrass, ogni plettro presenta una particolare inclinazione ad assecondare specifiche esecuzioni.
Al centro dei progetti c’è per l’appunto il materiale. Il TP1 di colore nero è quello ad alta rigidità, indicato per jazz e metal. Il TP2 in bianco sporco punta sull’attacco, mentre il TP3 in bianco ghiaccio sull’estrema scorrevolezza contro la corda.
Il TP4 è quello marrone, il più bilanciato della famiglia, viceversa il TP5 in grigio scuro è il più estremo, rigido e dall’attacco particolarmente incisivo.
Dettaglio significativo è che i cinque modelli di plettro siano identici in forma, ergonomia e - tutto sommato - consistenza (che potremmo definire in generale molto rigida, senz'altro superiore alla media). Perciò, perché questa versatilità possa essere colta, apprezzata e sfruttata, è necessario che il plettro piaccia nella sua essenza, visto che non è possibile scegliere tra forme e dimensioni differenti.
Per esempio, se su generi che privilegiano impatto sonoro, rotondità e cura della pronuncia le dimensioni importanti del plettro offrono, senz'altro, un vantaggio, in un approccio solistico più tecnico e moderno (metal, fusion, shred) la possibilità di una dimensione più ridotta sarebbe stata apprezzabile. Così come la rigidità generale: su playing più controllati, tecnicamente consapevoli e precisi è assolutamente funzionale ma potrebbe non esserlo altrettanto su un chitarrismo ritmico rock più verace, marcato e "a braccio"- per capirsi - in bilico tra punk, pop, reggae e alternative.
Serve quindi entrare in equilibrio con le caratteristiche e la forma di questo plettro perché, se scatta la scintilla, si rischia di trovarsi tra le mani uno strumento di lavoro esclusivo e molto moderno. Soprattutto per generi dove deve prevalere una proiezione sonora cristallina, grande controllo tecnico, espressività definita. Caratteristiche che ci lasciano ipotizzare i plettri Techpicks una prima scelta per bluesman moderni e raffinati, jazzisti e - soprattutto - session man legati a un approccio pop, sì versatile ma sempre tradizionale. Un target di musicisti, per altro, in armonia con il prezzo non trascurabile dei . |