Innanzitutto una piccola premessa: è proprio vero che oggi si invecchia presto (non a caso sono Svalvo...eh!)...nel post precedente mi sono accorto che ho dimenticato di inserire a schema i controlli di VOLUME e TONO...comunque ho già provveduto alla rettifica+miglioria e chi è interessato può ritornare sul post per visualizzare e scaricare le immagini. (Ciao andyfender, grazie del tuo commento e fai tutto quello che ti pare: con me nessun copyright)
Ciao amici di Accordo e buona Domenica. Con questo post voglio portare alla vostra attenzione un mio personale esperimento. Vi ricordate il discorso fatto a suo tempo sulle circuitazioni ibride valvole/transistor? Ebbene, per quanto la cosa possa disgustare i puristi dell' amplificazione valvolare (in parte me compreso), sto conducendo degli studi davvero interessanti al riguardo, con tanto di grafici e simulazioni. Prendiamo in analisi il canale distorto della sezione preamplificatrice in un ampli. In pratica, bisogna dirlo, tanta sfiducia nelle circuitazioni ibride è ben diffusa e giustificata per colpa dei costruttori (più o meno famosi) che tirano fuori delle vere 'mmonnézze, poco affidabili e per giunta mal suonanti.Il sistema Valvestate, ad esempio (impropriamente ritenuto ibrido), ha una (povera) ECC83, posta in coda a tutto il canale distorto (basato su amplificatori operazionali e diodi) nel tentativo di scaldarlo un tantino. Quì, invece, il discorso è diverso: La distorsione è creata da valvole e solo successivamente viene affidata ad una rete di diodi, volti a svolgere l' unica funzione, poco invasiva, di dare la giusta compressione, alterando poco la struttura armonica creata precedentemente dai tubi. E' possibile da un simile sistema ottenere un buon suono? La risposta è affermativa, basta scegliere i componenti giusti, farli lavorare in modo intelligente e piazzarli nel punto giusto.Particolare attenzione va posta alla scelta dei diodi da utilizzare. Il suono risultante ha eminentemente una particolarita su tutte: la distorsione è presente a qualsiasi livello di pennata. In pratica, è meno presente la caratteristica classica dei valvolari comuni, quella cioè di schiarirsi e diventare puliti man mano che si smorzano le vibrazioni delle corde sullo strumento. Ciò a mio avviso non è necessariamente un limite, perchè garantisce altre utilissime sfumature alle possibilità solistiche, anche perchè lo fa mantenendo intatto il rispetto delle dinamiche di esecuzione. L' intensità della distorsione e parte del volume in uscita sono comunque modulati dalla nostra pennata. Anzi,il fatto di avere anche una modulazione del volume in uscita (caratteristica pressocchè sconosciuta nei comuni valvolari), in base alla dinamica, da un qualcosa in più all' esecuzione: una sorta di dinamica più "tridimensionale", più completa. I vantaggi non finiscono quì. E' una SOLA valvola a creare il distorto e questo permette di: avere meno problemi di autoscillazioni spurie (due soli stadi amplificatori rendono il complesso minimale e quindi meno incline ad anomalie); mantenere integra l' intellegibilità del segnale in quanto presenti poche armoniche a ridosso delle frequenze fondamentali immesse; mantenere intatta tutta la prontezza dell' attacco del nostro modo di suonare; non possedere zone di "freddezza" e/o "indurimento sonoro" (problematica spesso presente nei circuiti classici multistadio in cascata. Il suono resta più gestibile, "fresco" e morbido"; economicità, semplicità strutturale e facilità di manipolazione timbrica. Tralasciando volutamente i diodi a vuoto di piccola potenza (tipo l' EAA91),tecnicamente interessanti alla funzione quì discussa e che meriterebbero di essere tenuti al primo posto nella graduatoria ,se purtroppo non fossero introvabili ormai,dalle mie ricerche sono giunto ad alcune conclusioni: I classici diodi al germanio sarebbero ottimi allo scopo se però non avessero quella caratteristica disgraziata di mutare tantissimo le loro cartteristiche al crescere della temperatura.Specialmente per quanto riguarda la corrente inversa, capace benissimo di passare da 5 a 200 microAmpére. Questo, in un circuito valvolare (che scalda, eccome) diventa inaccettabile. I diodi di natura "siliconica" sono molto migliori sotto questo aspetto e quelli ai carburi di silicio (Si-C) hanno anche una curva tensione-corrente dolce, come serve a noi allo scopo. I vecchi led blu, ad esempio incarnano queste caratteristiche, oppure i Varistori Si-C. Il limite è forse la corrente, relativamente alta, necessaria per sfruttare degnamente tali caratteristiche di "dolcezza elettrica". La vera rivelazione delle mie ricerche è stata l' analisi dei diodi EAT, quelli per alte tensioni (televisori e ionizzatori d' ambiente). Questa particolare famiglia di diodi, poco usata e conosciuta, ha potenzialmente tutte le caratteristiche che personalmente cercavo: curva dolce a bassissime correnti di esercizio e poca dispersione inversa.Ecco i candidati ideali. I diodi da 20-25KV lavorano a correnti massime di 3mA e quindi sono gestibilissimi anche da circuitazioni valvolari. Disegni, oscillogrammi e grafici di FFT valgono più di mille parole...eccoli quà.
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Lo schema elettrico base di studio Le performances esibite rispettrivamente al 5%, al 50% ed al 100% del Gain
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Simulazione transient e FFT @ 5% Gain channel
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Come sopra però con Gain channel al 50%
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Gain channel @ max (100%)
Da notare la forma d' onda sempre relativamente dolce e mai squadrata in modo deciso e netto. Com'è buona regola, le armoniche sono MONOTONICAMENTE DECRESCENTI in modo REGOLARE e composte da elementi di BASSO ORDINE. La seconda armonica è meno presente della terza, in quanto và immessa sempre con parsimonia, contrariamente a quanto spesso si crede. Troppa, rende il suono confusionale ed eccessivamente "sabbioso", ci sono già passato. I suoi parametri si ritoccano, di solito, finemente sul prototipo vero e proprio.
La parola a voi amici. Date pure il vostro parere
Ciao uàgliòooooo!