Propongo qui la mia prefazione al libro (foto di copertina scelta dagli accordiani e nel libro abbiamo aggiunto una doppia pagina con le foto di fronte e retro e la descrizione dello strumento).
Se accordo esiste, se oggi possiamo, con orgoglio, riportare agli appassionati questo libro in edizione ampliata e riveduta, il merito è di Maurizio Piccoli. Perché l'ha scritto, ma soprattutto perché senza i suoi magnifici articoli sulle chitarre oggi Accordo neppure esisterebbe. Ho scoperto Maurizio nel 1980 in un aeroporto, tentando di sopravvivere al ritardo biblico di un volo. Esauriti quotidiani, Quattroruote, Mucchio Selvaggio, Espresso e Progresso Fotografico, ero passato per disperazione a una rivista di strumenti musicali, attratto dallo strillo "Fender Stratocaster: storia e segreti". Strimpellatore di Zerosette e liuto-chitarra Hofner (cfr. Fabrizio De Andrè), guardavo con rispetto le magnifiche Fender nelle vetrine di Ricordi e Monzino, ma non coglievo la differenza tra Mustang, Telecaster e Stratocaster, non sapevo nulla di Fullerton, pre-Cbs e micro-tilt, chiamavo "salmone" il magnifico "fiesta red" della chitarra di Hank Marvin e non pensavo di meritarne una. L'articolo di Maurizio Piccoli, scritto come solo lui sa fare, colpì il mio immaginario, aprendomi la porta di un mondo magnifico di cui mi innamorai all'istante.
In piena ESI (Epoca Senza l'Internet), divorati i radi articoli di Maurizio (uno al mese se andava bene), l'unico modo per avere altre informazioni sulle chitarre era andare all'origine: gli Stati Uniti. Ordinai tutti i pochi libri disponibili all'epoca, una pila di arretrati di Guitar Player, mi abbonai al bollettino di Gruhn Guitars e al fantastico Vintage Guitar di Guitar Trader. Decisi che non serviva essere Clapton per meritare una Fender e da lì a poco entrai in possesso della mia prima Telecaster, serie S7 (fine anni '70), frassino chiaro, pesantissima e "suono un po' ghiacciato", come si diceva allora. Ma l'obiettivo era una pre-Cbs, l'eccellenza secondo il nostro guru, che arrivò da Red Bank (NJ) come regalo di nozze della mia mamma (anche lei musicista) nel 1984: una Stratocaster del 1956 in magnifiche condizioni originali. La magia di quella Fender che profumava di antico si innestò sul libro di Maurizio Piccoli "Fender: Storia di un mito", pubblicato nel 1985, producendo l'alchimia che mi portò a girare gli States a caccia di storie sulla chitarra e dei suoi protagonisti. Dopo aver incontrato Leo Fender, Freddie Tavares, George Fullerton, George Gruhn e innumerevoli altri decisi di condividere le mie scoperte con il mondo italiano della chitarra. Fu così che nel 1992, assieme a un gruppo di amici appassionati tra cui mi piace ricordare Paolino Canevari, Maurizio Gottardi e il compianto Roberto Pistolesi, diedi vita a una associazione culturale ("Accordo") che pubblicava una fanzine ("Nashville") e organizzava un evento chitarristico ("Second Hand Guitars"). Vent'anni dopo Accordo, online dal 1997, è una delle realtà editoriali più conosciute e stimate nel mondo della chitarra, con oltre 35mila utenti registrati, 40mila lettori ogni giorno, una redazione e le risorse necessarie per rendere di nuovo disponibile il libro di Maurizio Piccoli (oggi collaboratore di Accordo), in versione totalmente rifatta e aggiornata con la storia dei venticinque anni successivi alla prima edizione. È il nostro modo di dire grazie a Maurizio Piccoli per tutto quello che ha fatto per il mondo italiano della chitarra.
Ed ecco qualche immagine dei contenuti, tanto per far capire la qualità del lavoro di Maurizio...
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