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VH4, Uberschall, Mark V e 6505+ a confronto
VH4, Uberschall, Mark V e 6505+ a confronto
di [user #11306] - pubblicato il

Riunirsi con gli amici chitarristi per chiacchierare del proprio sound può dare vita a interessanti riflessioni e confronti, come una sfida diretta tra quattro testate hi gain simili per stile ma differenti per estrazione: Diezel VH4, Bogner Uberschall, Mesa Boogie Mark V e Peavey 6505+.
In un grigio pomeriggio di marzo ci troviamo, noi quattro paranoici chitarristi torinesi, per scambiarci opinioni riguardo le nostre quattro testate. Chi vi scrive è il felice possessore della VH4.
Abbiamo (ho) provato le testate con una Mesa Recto 2x12 e la mia PRS Modern Eagle Trem.
Non parlerò di regolazioni, di alta tecnica elettronica o cose simili, ma solo delle impressioni arrivate alle nostre orecchie. Bando alle ciance e veniamo alla prova.

Bogner Uberschall
La prima impressione sul clean è: bello. Sufficientemente grosso e gestibile, l'impressione è che rimanga sempre clean anche picchiando sulle corde. I guai vengono quando si entra nel canale distorto, si capisce subito che c'è uno squilibrio totale tra i due canali e non è solo una questione di volume (aspetto già noto a molti). Questo distorto è di una qualità mostruosa, ricco di basse ma comunque definito, potente, granitico. Più alzi il volume (e lo abbiamo alzato) più la pasta sonora si arricchisce di frequenze (sempre medio basse) rimanendo sempre ben definita. Si riesce anche a ottenere una discreta dinamica abbassando il volume e passando al single coil, ma comunque non è il suo territorio.
Nato per uccidere. Punto.

Mesa Mark V
Ero molto curioso perché ho venduto il mio vecchio Mark IV proprio per la VH4 (senza rimpianto). Il set generale dell'ampli era: tutto completamente aperto (potenza max), pentode sul distorto, eq inserito sempre.
Clean: si nota subito come siamo a un livello decisamente superiore rispetto alla Uberschall. Clean cristallino molto fendereoso ma che fa un po' fatica a rimanere clean andando a picchiare le corde (il gain del canale è a metà). Comunque molto bello e sfruttabile.
Crunch: il mio canale preferito, molto dinamico, a pari equalizzazione si va da una distorsione leggerissima a un crunch ciccione per ritmiche low gain molto ben definite.
Lead (Mark IV): paradossalmente il canale che mi piace meno. Intendiamoci, il suono Mark è tutto lì ed è fondamentalmente ottimo, però c'è un qualcosa che non mi convince, forse troppe frequenze alte o una scarsa capacità di tirare le basse. Il suono sembra spinto ma non spesso, non trovo altre parole per spiegarlo. Insomma, anche smanettando con le regolazioni e cambiando parecchio il sound, il carattere del canale rimane sempre lo stesso. In ogni caso è molto diverso dal mio Mark IV del '91, ma questa è un'altra storia.

Diezel VH4
Il clean è molto simile a quello del Mark V ma più caldo, profondo e ricco di basse. Questo potrebbe indurre a pensare che esca meno dal mix rispetto a quello del Mark ma non è così, anzi ha più volume e cruncha meno. È semplicemente più oscuro.
Il secondo canale fornisce un crunch bello e gestibile ma, a mio parere, leggermente al di sotto di quello del Mark.
Il distorto ruggisce ma non è dirompente. È potente ma definito, molto più complesso come contenuto in frequenza, ci sono le basse, le medie (molto caratteristiche) e le alte. Necessita di un ascolto più duraturo per essere compreso e all'inizio potrebbe addirittura non piacere. Insomma ha un carattere tutto suo e permette, a pari regolazione, di passare attraverso molti generi e stili giocando con la dinamica e il volume della chitarra.
L'ampli ha anche un quarto canale da usare per i solo, ma non lo descrivo in quanto il Diezel è l'unico dei quattro ad avere questo canale, e in realtà sono un chitarrista fondamentalista ritmico.

Peavey 6505+
Quello che non ti aspetti. Il clean è il peggiore ma comunque è, come impronta sonora, della classe del Mark e della VH4 (cioè fenderoso). Purtroppo non dà molto scampo in termini di dinamica e si sporca molto volentieri al tocco (cosa che, magari abbinando un overdrive, potrebbe anche essere un pregio).
La testata ha anche un canale crunch che condivide l'equalizzazione con il clean e questo aspetto lo rende inutilizzabile, o meglio si deve decidere se usare il clean o il crunch perché i due hanno volumi assolutamente diversi. Comunque, deciso che canale si vuole usare, ci si tirano fuori dei suoni di buon livello.
Il distorto è la vera sorpresa, assolutamente di alta qualità. Direi che non è fatto per il low end, ma ha una tonnellata di gain e, se non si esagera troppo con quest'ultimo, conserva una buona definizione. Insomma, da tenere in considerazione visto anche il prezzo.

VH4, Uberschall, Mark V e 6505+ a confronto

Conclusioni (di chi scrive): parliamo di ampli di ottima qualità. Al primo ascolto la Uberschall ti fa dire “voglio questo distorto!”. Ed è vero, è decisamente gradevole proprio perché le basse risultano molto gradite all'orecchio umano. In un contesto live le cose però cambiano. L'ho provato è devo dire che si perde nel mix, potrebbe coprire qualunque altro strumento ma lo fa in maniera sporca a dispetto di quello che si sente quando è suonato da solo. In sala suono con un Mesa Nomad 100 e, anche se il distorto non è minimamente da paragonarsi, esce meglio (non solo a detta mia). Quindi sarebbe l'ideale, forse, per registrare.
Il clean non è da essere considerato visti, anzi sentiti, gli altri presenti alla prova. Il Mark è un ottimo ampli, già solo per le infinite regolazioni e il fatto che pesa niente (17 kg a detta del proprietario), dovrebbe essere tenuto in considerazione da chi vuole un bel suono in sala e in live (facilità di trasporto e dimensioni contenute). Il distorto non è il mio preferito, ma questo è un fatto personale.
Sarò di parte, ma la VH4 è quella che mi dà più soddisfazioni. Il clean è grosso e ricco di basse, il crunch dà molte possibilità di utilizzo, il distorto è armonicamente complesso, con molte sfaccettature e fornisce un vasto campo di azione. In live mantiene il suo carattere. Se poi consideriamo tutte le feature dell'ampli, personalmente penso sia il migliore. Ritengo che gli unici difetti siano le dimensioni (ma non il peso, c'è di peggio) e il prezzo, anche se confrontabile con quello degli altri visto che in giro si trova nuovo a prezzi inferiori a quello di listino.
La Peavey non è la scelta povera, sicuramente ha dei suoni inferiori ma non brutti. Penso che un bravo chitarrista (ed è l'unica cosa che conta) farebbe un'ottima figura con questo ampli. Ottimo compromesso qualità/prezzo.
La mia personale classifica è:
clean - VH4
crunch - Mark V
distorto - VH4.

Conclusioni di tutti, per le quali non abbiamo considerato il crunch per par condicio con la Uberschall:
clean - Mark V con tre voti su quattro
distorto - VH4 con quattro voti su quattro.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

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