di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 10 ottobre 2013 ore 07:00
I mercatini delle pulci possono essere vere miniere, e una vecchia Meazzi può spuntare quando meno ce la si aspetta. Con pochi spiccioli, poi, la si può dotare di pickup all'ultimo grido e godere di un pezzo di storia, per quanto malmesso sia arrivato ai giorni nostri.
I mercatini delle pulci possono essere vere miniere, e una vecchia Meazzi può spuntare quando meno ce la si aspetta. Con pochi spiccioli, poi, la si può dotare di pickup all'ultimo grido e godere di un pezzo di storia, per quanto malmesso sia arrivato ai giorni nostri.
A volte, l'amico Gianni Zacchetti passa dallo studio di registrazione proponendomi un giro con ciò che ha in custodia. Come nelle migliori favole, spesso dalla custodia esce qualcosa di inaspettato come il coniglio dal proverbiale cilindro.
Quando apro la custodia si sprigiona subito simpatia per questa Meazzi Hollywood, trovata da un suo cliente in un mercatino per un centinaio di euro. La sollevo e istantaneamente mi accorgo, dal peso assai ridotto, che si tratta di uno strumento acustico o quanto meno con camere tonali. Osservo meglio e sorprendentemente il top è un'unica tavola in massello. Certo non è in abete finissimo, ma comunque di sicuro valore sonoro. Infatti lo strumento, da spento, suona sorprendentemente tanto e bene.
Ergonomicamente parlando, il manico è piuttosto scomodo e notevolmente grosso, come da tradizione costruttiva old style, con tastiera leggermente bombata e venti tasti piccolissimi uniti a un capotasto e zero fret sempre di passata concezione. Il tutto, abbinato a un'action piuttosto alta, si traduce nel fare un notevole sforzo a ditteggiare passaggi melodici e accordi.
Sei meccaniche aperte, ovviamente dure e poco precise, sono attaccate sulla paletta che mostra un notevole spessore. La parte elettronica è stata modificata dal suo possessore in quanto, a dir suo, i pickup originali non funzionavano più e, avendo in casa due single coil tipo Fender di cui forse un DiMarzio arrivato dagli anni '80, si è prodigato a sostituirli. L'intervento del liutaio si è ridotto semplicemente a un settaggio generale per quanto l'hardware possa permettere.
Alla luce di ciò non posso pensare a questo articolo come un test-verità che possa farci capire come effettivamente suona e suonava questa Hollywood sbucata direttamente dal passato. Lo scopo è semplicemente quello di portare all'attenzione uno strumento simpaticamente bello che, con pochi spiccioli e piccoli interventi più che altro casalinghi, ha saputo regalarmi delle sincere emozioni.
Al manico suona calda e rotonda quel che basta per intraprendere walking, chord melody e accompagnamenti ricchi e pieni. Passando in posizione centrale, interviene una certa nasalità. Quindi, a discapito delle frequenze basse, ecco l'intervento di frequenze medio alte. Si arriva poi alla posizione del ponte dove, pungente ma ficcante, la proiezione sonora è incentrata ovviamente sulle frequenze alte, che comunque non risultano fastidiose o eccessive.
Tirando le somme con tutti gli strumenti che mi capitano tra le mani, sicuramente questo mi fa un po' invidia e desiderio di possesso, pensando ai pochissimi soldi spesi per l'acquisto, due pickup di recupero e un setup generale. La conclusione è una promozione a pieni voti. Il tutto mi porta inoltre alla riflessione di non giudicare semplicemente per ciò che i miei occhi vedono: le sorprese sono sempre dietro l'angolo o semplicemente appoggiate a un tavolo di un mercatino domenicale in qualche paesino sperduto in mezzo alle montagne!