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storia chitarristica, parte 2: la Rickenbacker 360
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di Asher [user #18323] - pubblicato il 20 ottobre 2013 ore 02:00
Bentrovati, amici accordiani. Non aggiorno il mio diario da tanto, il tempo libero scarseggia sempre di più, ma oggi mi sono deciso a parlarvi di un acquisto molto particolare, dietro al quale stanno parecchie e diverse ragioni. E', però, d'obbligo una premessa, che serve a legare i vari momenti temporali raccontati dai miei precedenti post sul diario. Ho finalmente venduto la Les Paul Special Faded, e trovato in zona una Special del 95' con p90 Lindy Fralin, che in pochissimo tempo è diventata la mia chitarra principaleCon Strato, una Les Paul adatta a me, ed una Melody Maker, il mio parco suoni si faceva sempre più completo; restava, tra le altre cose che avevo in mente, lo spazio per una hollow body di alto livello. Complice il fatto che non posso definirmi un gigante, avevo deciso di puntare l'attenzione sulla Gibson 339, ma il timore di vederla spesso relegata in disparte in favore della mia adoratissima special (cosa che sarebbe potuta succedere), mi ha convinto a cambiare completamente indirizzo: è così che, da conoscitore di musica di ogni epoca, si è fatta strada l'idea della Rickenbacker 360. Appena ho avuto notizia di una 360 in vendita nella mia regione, senza custodia ed a un prezzo più basso delle quotazioni di una 330, ho deciso di fare la pazzia, partire e andarla a provare. Non mi dilungherò nel descrivere le specifiche della chitarra, che ben sono note, ne parlerò degli artisti che l'hanno usata (altrettanto famosi). Si sa già che il suo suono è legato a particolari epoche storiche (anni 60 e 80 su tutti), ma concentrerò le mie parole sul suono e sulla suonabilità, elementi che non conoscevo prima di averla provata e subito acquistata. Infatti, è difficile trovare informazioni su questo strumento, ma ancor più difficile farsi un'idea senza averla mai avuta realmente in mano. Intendiamoci: la posseggo da 4 mesi, il suo manico panciuto e la sua rigidità sono state la prima cosa che ho notato, e l'ultima alla quale mi sono abituato, inoltre la tastiera verniciata, le corde abbastanza vicine tra loro, e vari altri elementi sono tutti particolari costruttivi che la rendono uno strumento unico, ma non di facilissimo utilizzo. Passare da una Special a una Rick, vi assicuro, si sente e si nota tanto. Non è certo una chitarra fatta per i bending (non dico non si possano fare, ma di certo non è adatta a bending di un tono e mezzo in stile Gilmour), o per il solismo: in realtà, la vedo come la chitarra ritmica perfetta. Questo perchè è dotata di una voce unica, di suoni cristallini, precisi e definiti. Certo, ha dei campi applicativi preferiti, ma è più versatile di quel che sembra: dalla combinazione dei pick up e imparando a utilizzare bene i controlli, ci si rende subito conto che è in grado di generare una vasta gamma di sonorità diverse, dalle più chiuse alle più squillanti. Nonostante questo, non credo però sia un buono strumento per suonare blues, dato che non riesce ad essere piena sulle basse come una 335 o twangy sulle alte come una telecaster. Ho imparato a conoscerla con il tempo, e so che non è uno strumento per tutti, ne per tutto. Le frequenze e le armoniche che riesce a generare, tuttavia, sono talmente tante e talmente definite da permetterle di "uscire" spesso, di bucare facilmente il mix: per questo motivo, appena l'ho presa, l'ho utilizzata subito per raddoppiare le ritmiche dei miei brani inediti. Vi dirò anche che avevo pensato di cambiarla in favore di una chitarra più utilizzabile, ma ci ho ripensato: so che non troverei questo suono in nessun altro strumento se non in un'altra Rickenbacker. In definitiva, lo strumento ha una personalità unica (e non lo scopro di certo io), per via della sua voce particolare e inconfondibile, ma richiede che venga suonato come lui vuole che sia suonato (le prime volte che l'ho avuta sotto le mani ho pensato che mi portasse a cambiare il mio modo di suonare), e quindi va acquistato con coscienza, dato il suo prezzo non indifferente, consapevoli del suo fascino ma anche della sua risposta tattile. Queste, che sono ovviamente riflessioni personali, e quindi potenzialmente smentibili perchè derivanti da esperienza diretta, le scrivo per chi si è trovato nella mia stessa situazione, quella di volerne acquistare una senza averla mai provata materialmente. E, detto per inciso, non mi sono pentito dell'acquisto: una volta imparato a "toccarla" e usarla come richiede, ho capito che il gioco vale la candela! |
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