di Sykk [user #21196] - pubblicato il 08 ottobre 2014 ore 11:00
Il primo passo verso la scoperta di nuovi suoni e la costruzione di uno strumento su misura passa per la personalizzazione del cablaggio nella propria chitarra elettrica. Le possibilità sono molteplici, ma un buon metodo di base è fondamentale per affrontare il processo.
Il primo passo verso la scoperta di nuovi suoni e la costruzione di uno strumento su misura passa per la personalizzazione del cablaggio nella propria chitarra elettrica. Le possibilità sono molteplici, ma un buon metodo di base è fondamentale per affrontare il processo.
Modificare l'elettronica di una chitarra a nostro piacimento può dare grosse soddisfazioni. Scrivo questo articolo per riassumere i passi da seguire, riportando anche un esempio pratico su cui sto lavorando.
Il punto di partenza, soprattutto se si vuole realizzare un cablaggio alternativo ai classici pickup in parallelo, è disegnare in uno schema semplificato alcune delle configurazioni che si vogliono ottenere, poi passare a ragionare su quanti e quali switch sono necessari per ottenerle. Una valutazione attenta va fatta sul numero di fori che si possono/vogliono fare nel body o sul battipenna.
Nel mio caso, la base di partenza è una chitarra con tre single coil, ciascuno con tre terminali: positivo, negativo e massa. Il cablaggio che volevo realizzare doveva includere come minimo: 1 - ponte e centrale in serie e in fase 2 - manico e centrale in serie e in fase 3 - manico e centrale in serie e in controfase 4 - ponte e manico in parallelo e in controfase 5 - manico da solo.
Non nascondo di essere stato ispirato da un certo Bryan May e anche dai suoni ottenibili con la Fender Mustang, ma tutte le altre configurazioni in più che il cablaggio mi avrebbe dato sarebbero state le benvenute.
La soluzione più semplice è utilizzare un classico switch stile Gibson per selezionare ponte e manico (parallelo e controfase in posizione intermedia), e poi metterci in serie il centrale. Il centrale poi deve essere invertibile in fase ed escludibile. Queste due operazioni si possono fare con gli switch di due potenziometri push-pull, in modo da non avere troppi componenti da installare.
Trovo molto utile disegnare il collegamento su uno schizzo più o meno in scala del vano in cui saranno installati i componenti, perché ci si rende meglio conto se potrebbero esserci problemi nel cablaggio.
Si passa poi a disegnare i collegamenti (non senza parecchie brutte copie). L'errore più comune è dimenticare qualche collegamento di massa, e tenere sottomano qualche schema scaricato da internet aiuta.
Le quattro coppie di collegamenti più lunghe saranno fatte con cavetto coassiale.
Per ridurre al massimo i ronzii di fondo bisognerebbe collegare le masse a stella, cioè tutte in un unico punto, invece nel mio schema alcune masse vanno alla cassa dello swtch ponte/manico e mi chiedo se non sarebbe meglio collegarli insieme agli altri alla cassa del potenziometro volume. Ma in questo modo diventerebbero davvero tanti e non sarebbe un lavoro semplice.
Meglio rifare un'ulteriore pensata ai suoni che si otterranno con le varie configurazioni degli switch, e riverificare che i collegamenti sui potenziometri non siano invertiti.
A questo punto si può passare alla pratica. Meglio fare una fotocopia dello schema e utilizzarla per smarcare con un evidenziatore ogni collegamento appena fatto.
Il lavoro non è ancora fatto, ma non mancherò di farvi ascoltare il risultato finale.