La solid body gialla con fiamme scarlatte e una leva del cambio con tanto di otto nero in cima a fare da barra del vibrato spunta ciclicamente nelle ricerche e nelle fantasie più selvagge dei chitarristi-surfist della rete. Ha otto bobine a fare da pickup, un VuMeter realmente funzionante incassato nel body ed esiste davvero. Non solo: è una delle Music Man più desiderate dai collezionisti.
La chitarra prende il nome di Mr Horsepower in riferimento all’adesivo del picchio dal pelo rosso appiccicato sulla cassa. Si tratta della mascotte di Clay Smith Cams, negozio di autoricambi divenuto un’icona per il mondo del custom e da qualche decennio anche il simbolo di uno strumento fuori di testa come pochi.
Una sei-corde del genere non è frutto di una ricerca di mercato né degli attenti studi di un team di liutai. Si tratta di un’esagerazione bella e buona, una parodia del mondo rock partorita dalla mente di chi tutt’oggi catalizza la fantasia dei musicisti più burloni: Nigel Tufnel, personaggio del cult-movie This Is Spinal Tap interpretato da Christopher Guest.
Una chitarra ispirata al mondo dell’automobilismo hot rod, o forse più un’automobile hotrodded a sei corde, la Mr Horsepower è il frutto della collaborazione tra gli Spinal Tap ed Ernie Ball - Music Man con l’unico scopo di stupire, colpire e incarnare in uno strumento tutto ciò che la band ha voluto rappresentare per il suo pubblico.
Spigolosa, atipica, la forma non è altro che quella di una Music Man Albert Lee pesantemente modificata attraverso finiture originali, accessori improbabili e la bellezza di otto bobine sotto le corde. L’idea nasce dal desiderio espresso da Nigel di infilare quanti più pickup possibile ed è stata realizzata da Music Man attraverso l’assemblaggio di un unico grosso pickup senza separazioni tra le bobine, in modo da occupare tutto lo spazio a disposizione.
In realtà, si tratta di quattro pickup humbucker. Secondo alcune fonti non ufficiali, sarebbero dei DiMarzio Super Distortion ottimizzati per seguire la spaziatura delle corde in ogni posizione. Per gestirli, nella parte bassa del corpo sono presenti quattro switch in gomma tecnica presa in prestito dall’industria automobilistica che, azionando individualmente ogni pickup, danno la possibilità di ottenere tutte le combinazioni.
Sulla spalla superiore è possibile notare un piccolo oblò con una lancetta: si tratta di un VuMeter mascherato da contagiri di un’automobile, realmente funzionante e che fa muovere la lancetta di pari passo con il suonato.
Senza dubbio appariscente è il ponte Floyd Rose accoppiato a un braccetto in stile leva del cambio con in cima una piccola palla da biliardo. L’incisione Munchie sulla parte in metallo non trova spiegazioni nelle fonti ufficiali, ma si può presumere sia un riferimento alla serie di trasmissioni manuali per automobili Muncie.
Completano i richiami al mondo automobilistico i quattro tubi di scarico in vero acciaio.
L’umorismo degli Spinal Tap lascia un’ultima chicca lungo la tastiera in acero: lettere colorate prendono il posto dei comuni segnatasti e riportano la rispettiva nota sulla sesta corda in accordatura standard, a testa in giù in modo che il musicista possa leggerle mentre suona nella più becera ammissione di analfabetismo musicale.
Lo strumento ha goduto di una certa visibilità nel periodo successivo all’uscita del docu-film, comparendo in un videoclip e finendo anche in copertina su Guitarist nel numero di aprile 1992. Il trascorrere degli anni si è però rivelato poco gentile e ha via via relegato la Mr Horsepower a una rarità per appassionati fino a quando, intorno al 2001, Ernie Ball ha deciso di recuperare il vecchio progetto per realizzarne 25 copie in serie limitata.
L’operazione, nata per beneficenza in favore della Casey Lee Ball Foundation per la ricerca medica pediatrica, ha fruttato oltre 125mila dollari, tutti devoluti alla causa.
Delle 25 chitarre, la numero 1 è rimasta a Casey Lee Ball, figlio di Sterling Ball. La numero 2 è andata a Ray Scherr, all’epoca proprietario di Guitar Center, mentre la numero 3 è divenuta proprietà di Jim D’Addario. I restanti esemplari fanno di tanto in tanto capolino presso i circuiti del collezionismo privato, mescolandosi alle repliche artigianali che negli anni hanno contribuito a tenere viva la memoria della Mr Horsepower fino al 2019, in bilico tra storia e leggenda.
Chitarre imperdibili, lavori custom da manuale, effetti introvabili e amplificatori da sogno. Il lunedì del è la rubrica di Accordo.it che rende più gradevole il ritorno a scuola e in ufficio. |