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Satchel, la sua Charvel e l’ultimo degli Steel Panther
Satchel, la sua Charvel e l’ultimo degli Steel Panther
di [user #116] - pubblicato il

Vestiti attillati e ciglia truccate, Satchel degli Steel Panther riassume lo stereotipo del chitarrista anni '80 e la sua Charvel ne è la degna compagna.
Beffardi, volgari, estremi. Gli Steel Panther prendono quanto ci sia di più trash e favoloso al tempo stesso del rock anni ’80 e ne fanno un emblema. Tutto nella band statunitense, a partire dal look fino agli innumerevoli cliché musicali, è un inno al fenomeno dell’air metal e a tutto il mondo delle rockstar dell’epoca, spinto fino a farne emergere prepotente il lato comico.
Filo conduttore della loro vena artistica è una consistente parodia della componente sessuale presente un po’ in tutte le band anni ’80, con quel machismo androgino fatto di spandex, cuoio e bandane, ma con “una cosa sola” fissa in mente.

Con Heavy Metal Rules, nell’autunno 2019 gli Steel Panther segnano il quinto album in una carriera che dura ormai da quasi vent’anni e che li ha visti più volte nel mirino di forti critiche. Non tutti apprezzano l’humor della band e molti ricorderanno l’incidente esploso quando - nella prima collaborazione con TC Electronic - il chitarrista Satchel annunciava il TonePrint dal titolo “Pussy Melter”.
Il polverone smosso dalle accuse di sessismo è stato tale da spingere l’azienda a ritirare il prodotto, ma la formazione non ha accettato la battuta d’arresto e ha risposto nel più sfacciato dei modi: di lì a poco prende vita “Poontang Boomerang”, il primo pedale interamente realizzato con un marchio gestito dagli stessi Steel Panther.



Nella storia degli Steel Panther, tuttavia, ci sono anche collaborazioni fruttuose e che traggono ampio giovamento dal loro singolare modo di affrontare la musica, con tutta la scarsa serietà del caso.
Si pensi alla Dinky svelata da Charvel al Namm 2018. Inconfondibile nella sua finitura Yellow Bengal a richiamare una colorazione divenuta un classico per la tradizione anni ’80 del marchio, la signature riassume il DNA di Satchel e della sua band in sei corde cattive, violente e improntate sulla performance. Nello stesso momento, la chitarra sceglie un look sgargiante, a tratti esagerato, in sintonia con il personaggio che le presta il nome.

Da quando è entrato a far parte della famiglia Charvel, Satchel è stato il protagonista di diversi video in cui lo si chiama a testimoniare i pregi dello strumento. Ogni volta che questo accade, la risata è assicurata.



Nel 2019 è stato il turno della versione Slime Green Bengal, che affianca il modello pre-esistente con una coppia di pickup Fishman Fluence a bobine scoperte, in tinta con il nero e il verde del top.
Anche stavolta la presentazione è da considerare “semiseria”, con una panoramica delle caratteristiche e alcune iniezioni di gag alla Steel Panther.
“Questa chitarra ha tutti i tasti che ti potranno mai servire, se credi che te ne servano di più, farai meglio a prenderti il tuo tempo e riflettere. Torna quando ti sentirai degno di suonarla” spiega Satchel, che poi assicura: “Con il Floyd Rose non romperai mai una corda. Su questa chitarra non si cambiano corde: se ne rompi una, spediscila indietro e ti daranno una chitarra nuova”.
Ancora una volta, le informazioni vanno prese con le pinze, ma lo spettacolo è assicurato.

Quanto agli skateboard che si possono intravedere nel video: non sono attrezzi di scena, sono reali e sono attualmente presenti nel merchandising ufficiale Charvel.

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Link utili
Pussy Melter su Accordo
Poontang Boomerang su Accordo
Satchel Pro-Mod DK sul sito Charvel
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