Scusatemi ma quando parlo di lui, conosciuto nel lontano 1971, cioè quando io entrai nel gruppo "Gli Achei" dei fratelli Avitabile, all'epoca solo Rino ed Enzo, come tecnico del suono e bassista in seconda, mi emoziono ancora a distanza di più di 40 anni dalla sua dipartita, avvenuta l'8 ottobre del 1979, perchè si dimostrò da subito un grande amico e prodigo di consigli, lui che era anche il bassista degli "The Showmen" oltre ad esserne la grande voce solista, ma quando mi vide provare all'epoca con il mio Hofner Violin Bass, il suo primo consiglio fu di comprarmi un Fender Precision, cosa che feci subito ad inizio dell'anno dopo, un basso che ancora posseggo e da cui non mi separerò mai finchè campo, consigliandomi nel contempo anche: " Chiste le 'a piglà a mazzate", imprimendomi così il concetto che le corde dovevano essere picchiate con le dita a "martelletto". Era una mattina di autunno del 1971 quando, insieme ad Enzo Avitabile, ci recammo nella sala di registrazione "Bideri", ubicata appena al lato dell'ingresso principale del Vecchio Policlinico, dove l'ascoltammo provare un brano, senza microfono, con quella sua voce possente, poi lui si offrì di accompagnarci a casa con la sua FIAT 850 color celeste, dimostrando così di essere una persona simpatica ed umile anche se era all'apice del successo, questa volta come solista dopo lo scioglimento degli "The Showmen" avvenuto nel 1970. Poi per motivi di lavoro, cioè la mia assunzione nelle Ferrovie dello Stato a Torino, dal 1973 mi allontanai da Napoli, così seppi solo da Carlo Pica, il batterista degli Achei a cui avevo attaccato il pallino dell'elettronica e che lavorava presso la sede partenopea di "Nuova Elettronica", della sua scomparsa per "Cirrosi Epatica" avvenuta Marano di Napoli a soli 34 anni, nel 1979. C'è però un episodio intermedio che mi lega ancora a lui, cioè il fatto che, in attesa della consegna del mio attuale basso Fender Jazz Bass, avvenuta poi ad ottobre del 1978, per un paio di mesi il negoziante mi propose di provare ad usare un altro basso Fender, poco usato, in giacenza nel negozio; era un Fender Coronado II, color Sunburst, appartenuto a suo dire proprio a Mario Musella. Io accettai però, alla consegna dell'atteso Jazz Bass, lo restituii (cosa che ora non avrei mai fatto, anzi me lo sarei tenuto volentieri anche per la ex appartenenza). Mario era un "Figlio di Guerra", essendo nato il 1 aprile del 1945 da madre napoletana e da un soldato nativo americano, un pellerossa "Cherokee", per questo motivo contestai a Pino Daniele il titolo dell'album dedicato proprio a Mario Musella,"Nero a Metà", perchè per me il titolo doveva essere invece "Pellerossa a Metà". A sua memoria c'è il brano "Dolce Sweet M" contenuto nel primo long playing "Avitabile" del nostro amico in comune Enzo Avitabile, anno 1982, e nel suo quartiere nativo gli è stato dedicato un parco pubblico, dal 2009 poi si svolge a Napoli il premio Mario Musella dedicato alla sua memoria e alle canzoni che portò al successo, R.I.P. Mario.
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