di aPhoenix90 [user #22026] - pubblicato il 29 ottobre 2010 ore 16:38
Fausto Leali nasce in provincia di Brescia il 29 ottobre 1944 (66 anni oggi). La sua produzione artistica ha inizio nei primissimi anni '60, mentre facevano la loro comparsa sui palchi di Londra i Bee Gees, Beatles e Pink Floyd.
Furono proprio le band d'Oltremanica ad avvicinare Fausto alla musica. Una cosa che ho potuto constatare degli artisti italiani di quei tempi, è che spesso esordirono con le cover di artisti internazionali già affermati. Così, nel 1961, Leali pubblica il primo EP contenente due cover dei Beatles: Please Please Me e She Loves You (Lei ti ama).
Il primo vero successo arriva più tardi (nel 1967) con A Chi, una delle mie canzoni italiane preferite nonché pietra miliare del panorama italico di quei tempi. La canzone non è altro che una cover tradotta di Hurt di Roy Hamilton targata 1954.
Nel 1969 mentre a Londra i Led Zeppelin pubblicano il loro primo album omonimo e a Bethel si svolgeva il Festival di Woodstock, nell'Italia in piena lotta sociale c'era una parte di adolescenti innamorati che ballavano sulle note di Un'ora fa.
I lenti e le ballate degli anni '60 lasciano spazio più tardi, con l'avvento degli scatenatissimi anni '70, a canzoni dalla tonalità lievemente rockeggiante. Solo Lei è un singolo proposto per Un Disco Per L'Estate 1974.
Della produzioni degli anni '80 meritano di essere citati due brani, forse tra i più rappresentativi dell'intera carriera di Fausto: Io Amo e Mi Manchi.
Quello che si può osservare è come, nel corso degli anni, la sua discografia si adatta per tonalità alle mode del momento (forse tipico del Pop). In tempi recenti, mi va di ricordare Non Ami Che Te (1997), che riesce a simboleggiare molto bene quella che era la musica due decenni fa.
Per quel che vale la mia opinione, Fausto Leali è uno più grandi artisti che il panorama italiano abbia prodotto in campo musicale. Una voce unica, immensa, potente che (azzardo) potrebbe arrivar a fare invidia a molti artisti d'Oltremanica e d'Oltreoceano. Sì perché anche in Italia c'era (e c'è) talento.
Questo è quanto appare agli occhi (o meglio, alle orecchie) di un ragazzo di vent'anni. Non avendo quindi vissuto quegli anni, probabilmente è solo un'immagine distorta del panorama artistico di quei tempi. Cosa ne pensano gli "anziani" di Accordo?