Buongiorno e buona settimana a tutti!
Anche oggi voglio portarvi una piccola testimonianza della mia “vita da busker” che, con grandissimo piacere, vedo che continua a ispirare tanti musicisti di voi.
A questo proposito vi ricordo che se volete anche voi fare un'esperienza di musica in strada ma non sapete da dove cominciare, la mia email per qualsiasi domanda o curiosità è soltantomail@gmail.com.
Oggi con la mente ritorno in Spagna.
Avevo appena lasciato Perpignan, ultima provincia francese prima dei Pirenei, e l'intenzione era quella di raggiungere Barcellona.
Di buon ora (anche se pioveva) mi avvicinai all'imbocco dell'autostrada che portava in Spagna e cominciai ad aspettare il mio passaggio.
Il tempo passava ma nessuno si fermava... non è facile trovare un passaggio in autostop per superare la frontiera... le persone non vogliono assumersi responsabilità, è normale... se poi alla dogana ti fermano e all'autostoppista trovano addosso droga o roba illegale?
Fortunatamente però quel giorno il signor Jesus Sarrion Perdigones passò proprio di fronte a me. Stava rientrando a casa per il week end dopo una lunga settimana di lavoro a Carcassonne.
Mi guardò, rallentò, abbassò il finestrino...
“da quanto sei qui fermo a prenderti l'acqua ragazzo?”
“ormai tre ore buone” rispondo io
“perché lo fai?”
“perché voglio portare la mia musica in Spagna”
A fianco a me la chitarra fradicia poteva testimoniare la mia tesi.
“salta su ragazzo, voglio fidarmi di te”
Senza farmelo ripetere due volte mi fiondai nella macchina.
Era diretto a Girona, e io con lui.
Dopo un viaggio speso a raccontarci sprazzi delle vite reciproche (da giovane insieme alla moglie lasciò tutto per andare a vivere alle canarie, ma l'amore si sa, qualche volta svanisce), arrivammo a Girona.
Era ormai pomeriggio inoltrato e dopo tutta quell'acqua e quella stanchezza non me la sentii di rimettermi in viaggio per Barcellona, così decisi di passare il pomeriggio a suonare tra le viette di quella piccola meravigliosa città.
Senza troppi indugi mi trovai un angoletto tra i vicoli del centro storico, poi un'accordatina alla chitarra e... via!
Inizio il mio concerto, suonando tutto quello che mi passa per la testa... ed ecco arrivare quel flusso di calma, capace di placare tutta la frenesia del mondo... più suono in strada e più sono incapace di rinunciarvi.
Il tintinnio delle monete comincia, ma per via della brutta giornata il passaggio è molto ridotto e cosi' anche le offerte.
“Poco importa”, penso, “ne raccolgo ancora qualcuna e poi vado a farmi un panino”.
Mentre faccio questo ragionamento mi passa davanti un signore un po' attempato, probabilmente sui 60/65. Mi guarda, e io tra un accordo e l'altro cerco un cenno di approvazione. Lui però non ricambia e decide di tirare dritto, ignorandomi.
“Perché?”, mi domando, “che gli posso aver mai fatto di male? Mi sono solo messo a suonare un po' della mia musica...”.
Riprendo a cantare, ma ormai l'umore era segnato. Non sono più dentro alla musica, penso solo a quell'episodio.
La gente se ne accorge e comincia a ignorarmi.
Un'ora dopo il bilancio è: stesse monete, un'arrabbiatura in più.
Sono deciso a staccare e a riprendere il cammino, quando da lontano vedo quello stesso nonnino venire verso di me, e in uno spagnolo a me più che incomprensibile mi dice: “tieni, sarai affamato”, mentre mi consegna un sacchetto pieno di cose da mangiare che aveva preparato a casa in quell'oretta.
Mi dice, o almeno questo è quello che capisco, che sperava di trovarmi ancora li perché voleva farmi un'offerta sincera, preparata da lui, perché “vale più di una moneta”.
Lo ringrazio infinitamente e mi sento il re degli stupidi per aver scambiato un uomo che va di fretta (per poter tornare in tempo a consegnarmi un regalo) con un gesto di disprezzo... e con le lacrime agli occhi apro il sacchetto e inizio il pranzo più buono della mia vita: due panini imbottiti, un uovo sodo, un'arancia, un mandarino e una bottiglia d'acqua.