Ricordo lo scetticismo e le risate nei corridoi che aleggiavano quando circa 15 anni fa tenevo i primi seminari e corsi di tecnologia musicale nei Conservatori. Ricordo che c'erano musicisti e colleghi che scuotevano la testa a sentir parlare di Midi o di sintetizzatori come possibili strumenti per produrre musica al pari di un pianoforte o di un flauto. Molti accusavano il fatto che i computer (allora il più utilizzato era l'atari) toglievano lavoro ai musicisti che venivano rimpiazzati dalle famose basi midi....era solamente un fuoco di paglia. Allora suonavo con diverse band e ricordo che erano i ristoranti a dotarsi principalmente di un "esecutore" dotato di workstation e di una voce più o meno intonata, ma erano posti dove mai avrei visto un violinista o quant'altro andare a suonare ("troppo umiliante...avrebbero borbottato"). Quei tempi fortunatamente sono passati, coloro che ridevano oggi sono utenti abituali di sequencer, software notazionali e sinth virtuali (e spesso mi rincorrono nei soliti corridoi alla ricerca di qualche dritta), ma la paura ancora è rimasta. E' rimasta per due motivi:
1) la tecnologia musicale è molto utilizzata ma è ancora poco conosciuta. E' una specie di terra di mezzo dove ogni tanto compaiono guru che sentenziano principi e idiomi che lasciano il tempo che trovano. Ancora siamo sul "me l'ha detto un amico di un tizio...l'ho letto su quel forum....se tutti fanno così, io mi adeguo...." Eppure sarebbe tanto semplice: dietro una tecnologia esiste della scienza che di solito non è ambigua come la nota frase "la legge è uguale per tutti"...basterebbe studiare e poi osservare per capire da soli come utilizzare tecnologia. E se così fosse, non farebbe più paura ma al contrario sarebbe di certo la benvenuta dati gli enormi benefici che ne conseguono.
2) nelle scuole c'è troppa teoria, molta filosofia e poca praticaper i motivi più disparati. E così c'è gente (ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio) che esce con lauree tecnologiche o crediti in tecnologia musicale che a mala pena sa accendere un mixer o collegare correttamente un microfono ad una traccia di un sequencer.
E' ovvio che poi c'è paura dei computer, in grado di correggere le performance sbagliate, di virtualizzare le orchestre, di intonare o di stonare (fate vobis). Ma se invece di fare tanto fumo e chiacchiere occupassimo il nostro tempo nello studiare e sperimentare? Sarebbe un meraviglioso ritorno ad un ambiente di lussuoso silenzio
Saluti a tutti