Io stesso ho deciso di cominciare questa vita on the road facendo il
musicista di strada persuaso da alcune grandi personalità filosofiche e letterarie come Kerouac, London, Emerson, Thoreau, Tolstoj e McCandless.
In corso d'opera mi sono reso conto però che le cose non vanno proprio così.
Infatti nei momenti bui, nelle giornate di solitudine, rannicchiati sotto un ponte perché fuori piove, le righe di “vita nei boschi” o di “into the wild” servono a ben poco.
Quello che conta è soltanto un abbraccio sincero.
Per il racconto di questa settimana con la mente ritorno a quell'incredibile viaggio in autostop che feci nel 2009, nel quale in sei mesi circa (da luglio a dicembre) attraversai buona parte d'Europa.
Più precisamente ritorno in rue Saint jean. Nel centro storico di Lione. Francia.
In quel periodo vivevo giorni strani, ovattati. L'euforia legata alla partenza, al nuovo viaggio, alla scoperta del mondo, stava andando piano piano spegnendosi, facendo posto ai fantasmi delle incertezze.
Un dubbio in particolare non cessava di assillarmi. "Sono davvero sulla strada giusta? O sto semplicemente perdendo un sacco di tempo dietro a una chitarra e a qualche spicciolo in queste vie sconosciute dell'Europa?"
Il mio futuro, il futuro che sto vivendo proprio qui e ora, insieme a voi, era lì, nelle mie mani, e io ero pronto a gettarlo via in preda alle mie piccole grandi paure.
Fu allora che mentre intonai "Please please please let me me get what I want" degli Smiths mi passò di fronte una bambina. La vedo ancora adesso incrociare il mio sguardo e di punto in bianco strattonare la
mamma per farla fermare.
Mi guarda.
Ancora.
E ancora.
E poi eccola, conquistata, lasciarsi andare a un sorriso che avrebbe riempito d'amore anche il cuore più nero e vuoto del mondo. Terminai la canzone, e la bimba, accompagnata da mamma e fratellini, si avvicinò per farmi una domanda.
"Posso abbracciarti?"
E all''improvviso fu tutto chiaro. Tutte le risposte di cui avevo bisogno.... erano li'. Insieme alla mia vita.
Non avrei mai smesso di suonare in strada, in mezzo alla gente.
Perché la felicità non è solo sorrisi e pace dei sensi. Ma è anche e soprattutto poter condividere se stessi liberamente. Nei giorni luminosi e in quelli bui. E io so farlo solo con la musica.
Da quel momento non mi sono più fermato. Ardeche, Montpellier, Perpignan, Girona, Barcellona, Vic, Tarragona, Valencia, Madrid, Tenerife e poi ancora Italia.
Buona vita piccola Rose, ovunque tu sia.
E grazie, con tutto il cuore, infinitamente grazie per avermi aiutato a salvarmi la vita.